La Slovenia, come riferisce l'agenzia STA che cita fonti ufficiose, ha trasmesso a Bruxelles il proprio contributo per la messa a punto della seconda relazione della Commissione europea sullo stato di diritto, documento che verifica i principali sviluppi in questo campo in tutti gli Stati membri. Prevista per metà aprile una visita virtuale, come lo scorso anno causa Covid, di una delegazione dell'UE nel quadro della messa a punto della relazione, allo scopo di ottenere ulteriori informazioni e chiarire eventuali questioni irrisolte. Giorni fa il commissario europeo della giustizia, Didier Reynders, aveva detto che i termini per la consegna dei contributi dei singoli paesi erano scaduti l'8 marzo e, secondo informazioni ufficiose, la Slovenia era l'unica a non averlo ancora fatto. Questo mercoledì il governo ha dato luce verde al contributo, frutto del lavoro di vari dicasteri che, con il coordinamento del Ministero agli Esteri, hanno risposto al questionario dell'esecutivo comunitario. Nell'occasione il capo diplomazia Anže Logar ha assicurato la consegna della documentazione in tempo utile, senza mettere a rischio il completamento di questa seconda relazione annuale, che verrà esaminata dalla Commissione proprio durante il semestre di presidenza slovena dell'UE. A febbraio, lo ricordiamo, il premier Janez Janša aveva inviato una missiva a Ursula von der Leyen, invitando in Slovenia rappresentanti della Commissione, per verificare di persona lo stato della democrazia e la posizione dei media. In una prima risposta all'invito, Bruxelles aveva sottolineato che la libertà dei media è il pilastro della democrazia e che il quadro più adeguato a valutarla risiede proprio nel rapporto annuale sullo stato di diritto. La relazione contiene valutazioni specifiche per ogni Stato membro e passa in rassegna quattro pilastri: il sistema giudiziario, il quadro anticorruzione, il pluralismo dei media e altre questioni istituzionali relative al sistema di bilanciamento dei poteri. È il risultato di una stretta collaborazione con gli Stati membri e tiene conto di una varietà di fonti. Per tale motivo tutti gli Stati membri vengono invitati a fornire informazioni sulla base di un modello concordato.
Delio Dessardo