Con oltre 5.000 firme raccolte dall'associazione Srebrna nit, che si occupa di monitorare il livello di assistenza e cura degli anziani, è stato costruita la cornice legislativa dentro la quale dar vita a un dibattito pubblico sull'eutanasia. La proposta di legge sull'assistenza al fine vita volontario, presentata a luglio scorso e ora discussa in commissione, intende offrire ai malati terminali la possibilità di una morte dignitosa, regolata dalla legge, garantendo il controllo sociale con norme e procedure chiare contro gli abusi. Il dibattito è partito sulla questione della sacralità della vita, definita così da Eva Irgl, deputata del Partito democratico sloveno che presiede la commissione. Ma secondo i filosofi coinvolti, invece, questo indica un concetto religioso e perciò preferiscono parlare di inviolabilità della vita, che è anche una categoria costituzionale. A portare il discorso su temi più concreti è stato il segretario di Stato al ministero della Salute Marjan Pintar, che ha rimarcato la distanza fra l'iniziativa popolare della proposta l'aspetto medico che guida la posizione dello Stato, favorevole a cure palliative invece dell'eutanasia. E i rappresentanti della professione medica hanno sottolineato l'inammissibilità della loro partecipazione all'eutanasia, poiché ciò è contraria all'etica medica. Ma i punti di convergenza del primo confronto in commissione sono stati sostanzialmente due: facilitare l'accesso alle cure palliative e favorire un dibattito fra esperti, sotto la supervisione ministeriale, che contribuisca a trovare una soluzione socialmente accettabile al problema dell'eutanasia.
Valerio Fabbri