Non è chiaro il destino di una spedizione di 18 tonnellate di cetrioli importati dalla Serbia e distrutti dalla Slovenia per mancato rispetto delle norme di sicurezza alimentare.
Ma andiamo con ordine. Il portale del Sistema europeo di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi, il cui acronimo è RASFF, ha pubblicato nei giorni scorsi la notizia che in un campione di cetrioli importati dalla Serbia sono stati rilevati 0,025 milligrammi di funghicida per chilogrammo, più del doppio di quella consentita dalle norme europee che prevedono un dosaggio di 0,01 milligrammi per chilogrammo.
Il Ministero dell'Agricoltura ha confermato la notizia che il valore massimo consentito è stato superato, aggiungendo però che il cibo è sicuro. Ciò nonostante, i cetrioli non hanno raggiunto il consumatore finale. Secondo il portale serbo N1, che cita fonti del ministero dell'Agricoltura serbo, il processo di analisi della spedizione non è ancora terminato. Addirittura, sembrerebbe che l'ispettorato fitosanitario serbo abbia ottenuto risultati diversi rispetto ai colleghi sloveni.
Non si tratta comunque del primo caso del genere. L'Autorità slovena per la sicurezza alimentare si è confrontata di recente con un caso simile per prodotti di frutta e verdura importate dalla Serbia, rafforzando i controlli sui prodotti in ingresso nel paese. Solo che in quel caso, secondo quanto pubblicato dal Dnevnik, alcuni carichi hanno raggiunto gli scaffali dei supermercati e quindi dei consumatori sloveni. L'Authority responsabile per la sicurezza alimentare ha rassicurato tutti i consumatori con un comunicato, ma non ha voluto rendere noto chi, nelle scorse settimane, ha venduto i prodotti importati e contestati.
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