I due sospetti, arrestati lo scorso 5 dicembre a Lubiana, gestivano una società che ufficialmente si occupava di vendita di antiquariato, con sede in un edificio commerciale nel quartiere Bežigrad, dove sono stati anche fermati. Non è ancora chiaro per quale agenzia di servizi segreti o di sicurezza lavorano i due arrestati, sempre secondo informazioni ufficiose, la cellula di spionaggio, scoperta nella capitale, condurrebbe operazioni non solo in Slovenia, ma anche all'estero.
La Magistratura distrettuale di Lubiana ha confermato che è stata l'Agenzia slovena di servizi segreti e sicurezza, Sova, a denunciare l'operato delle due spie alle forze dell'ordine. A prendere parte all'inchiesta e all'arresto anche l'Ufficio investigativo dello Stato. L'operazione, sempre secondo informazioni ufficiose riportate da Siol.net, si sarebbe svolta in collaborazione con servizi segreti stranieri.
Entrambe le persone fermate sono attualmente in custodia cautelare, ha spiegato ancora la Magistratura, senza precisare se i due stanno collaborando con le forze dell'ordine. Non è ancora chiaro se entrambe le spie siederanno al banco degli imputati davanti ai giudici sloveni, in questo caso rischierebbero fino a 8 anni di carcere.
Sono comunque ancora numerose le questioni rimaste aperte riguardo il caso, l'Agenzia Sova non ha voluto rilasciare dichiarazioni per motivi di riservatezza; perciò anche la Magistratura distrettuale di Lubiana non ha potuto fornire dettagli a riguardo.
Si tratta di una scoperta molto importante, le spie russe erano nascoste dietro false identità estremamente ben congegnate. Solitamente hanno la cittadinanza di un paese terzo, in questo caso di un paese del Sud America, quindi è quasi impossibile collegarle alla Russia. Recentemente, inoltre, sono giunte notizie da diversi paesi europei di agenti russi che spesso usano la cittadinanza di paesi dell'America Latina.
E. P.