L’SDS ha sferrato un duro attacco frontale nei confronti di Movimento Libertà, nonostante il clima vacanziero che ha contraddistinto l’ultima giornata dei lavori alla Camera di Stato, dove erano in calendario due sessioni straordinarie con relative votazioni in Aula su argomenti non del tutto marginali. L’obiettivo dei deputati Rado Gladek e Žan Mahnič era Tomaž Lah, il cui operato in commissione è stato definito inadeguato e soprattutto illegittimo. Gladek, che della commissione è vice-presidente, ha spiegato che nel giorno in cui questa si è insediata per la prima volta (12 giugno) il suo partito ha chiesto l’udienza di 70 testimoni, tra i quali lo stesso Lah e altri quattro deputati di Movimento Libertà. In base alle procedure parlamentari, i testimoni non possono partecipare ai lavori della commissione, motivo per cui, secondo Gladek, Lah è illegittimo, e per questo si è rivolto – senza successo – all’organo parlamentare competente per chiedere la nomina di nuovi membri. La richiesta di una sessione straordinaria per lunedì, prima della pausa estiva, è stata rifiutata da Lah, che ha convocato la prossima riunione per il 18 settembre. Mahnič è stato ancora più duro nei toni e nella forma, come nel suo stile, ha detto di aver depositato una denuncia penale nei confronti di Lah, ritenuto poco più di un burattino nelle mani del premier, Robert Golob. Ed è proprio lui il vero obiettivo dell’SDS, al punto che Mahnič ha messo in dubbio anche la carica parlamentare di Lah, entrato come sostituto di Barbara Kolenko Helbl, attualmente segretaria generale del governo, e quindi ricattabile da parte di Golob, le cui triangolazioni fra Gen-I, Star Solar e Movimento Libertà devono essere messe a nudo, secondo l’SDS. A stretto giro davanti ai microfoni si è presentato anche Lah, sorpreso e in parte smarrito per il livello delle accuse, tutte respinte nel nome del rispetto della legge e delle regole procedurali.
Valerio Fabbri