Sostenibilità e condivisione sono i principi chiave degli ecovillaggi, comunità ecologiche dove vivere all'insegna del rispetto della natura e degli altri. È l'unione perfetta tra il desiderio di vivere insieme agli altri e condividere tutto nel rispetto dell'ambiente e delle persone, una vera e propria comunità ecologica.
Sulla base di queste convinzioni nascono e si sviluppano sempre più questi luoghi immersi nel verde, nei quali la frenesia della città è un ricordo lontano. Piccole utopie, come le definisce qualcuno, ma sempre più diffusi al punto che il ministro dell'agricoltura, Irena Šinko, ha dedicato una giornata di lavoro e sopralluoghi nell'Istria per incontrare la Camera di commercio del Litorale, rappresentanti del comune di Capodistria e imprenditori agricoli per cercare di capire se, come e dove realizzare questi eco-villaggi che al momento sono in fase progettuale fra Gracischie e Movražka Vala.
La ministra: "oggi ho incontrato i rappresentanti competenti del comune di Capodistria, con i quali abbiamo parlato dei modi di utilizzo di alcuni terreni agricoli, e con la Camera di commercio del Litorale che ha illustrato i progetti per la costruzione di eco-villaggi".
Far parte di un ecovillaggio significa vivere in un luogo diverso, non solo a livello ecologico ed economico ma anche e soprattutto a livello umano. Sentiamo come lo spiega ai nostri microfoni il direttore della Camera di Commercio, Robert Rakar: "Il progetto del villaggio ecologico è orientato verso il futuro, verso l'agricoltura del futuro, tutto in verticale, tutto in acqua ponica, tutto con teconologia d'avanguardia, a parametro zero, molto poca acqua, quindi tutto biologico ed ecologico.
Questo villaggio a Gradische lo vorremmo fare anche come progetto pilota per queste tecnologie, con le quali si potrebbe coltivare molto di più in termini di qualità e di quantità". Gli ottimi propositi, però, non sono ancora assecondati da una legislazione favorevole, quindi il lavoro è ancora in fase preliminare e progettuale. Ancora Rakar: "Quello che dobbiamo fare è trovare il modo giusto per poter usare queste superfici per costruire questo eco-viillaggio, perché adesso come adesso la legislazione slovena non prevede alcun tipo di edificabilità sui terreni agricoli, quindi dobbiamo trovare un modo per poterlo fare." Il progetto, al momento, è nella fase iniziale, e per essere avviato deve anche passare prima per una nuova destinazione d'uso dei terreni anche da parte del Comune di Capodistria, quindi il progetto non vedrà luce prima di 4-5 anni. Ma, come ha detto Rakar, "è importante che si prepara tutto in anticipo, perché avremo le cose pronte e già fatte anche quando i bandi europei ce lo permetteranno".
Valerio Fabbri