I punti principali della riforma pensionistica presentata dal governo Golob comprendono un aumento graduale dell'età pensionabile, nel periodo 2028-2035, con un incremento di 3 mesi ogni anno. Di conseguenza, nel 2035, chi avrà raggiunto 40 anni di contributi senza riscatto degli anni mancanti, potrà ricevere la piena pensione a 62 anni, rispetto ai 60 previsti dalla legge attuale. Per coloro che non avranno raggiunto l'anzianità contributiva di 40 anni, l'età richiesta per andare in pensione sarà di 67 anni. Per quanto riguarda l'età minima richiesta per la pensione in reversibilità sarà innalzata a 60 anni, mentre diventerà argomento di discussione la riduzione di tale soglia per chi si è preso cura del proprio bambino nel primo anno di vita. La riforma presentata ai partner sociali parla anche dell'adeguamento delle pensioni, proponendo che venga effettuato tenendo conto dell'aumento dei prezzi dei beni di consumo. Entro il 2033 le pensioni saranno legate per il 20% all'aumento dei salari e per l'80% all'indice del costo della vita. Attualmente il periodo di riferimento per il calcolo della pensione include i 24 anni di contributi favorevoli consecutivi, ma con la riforma del governo Golob sarà esteso a 40 anni. Nonostante ciò, verranno esclusi dal calcolo i 5 anni meno favorevoli, anche se non necessariamente consecutivi. La riforma, per finire, prevede un graduale aumento del coefficiente di calcolo delle pensioni, passando dal 63,5% al 65,5% entro il 2035.
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