"Bisogna fare tutto il possibile affinché vengano approvate le modifiche alla legge elettorale". Così il presidente della repubblica, Borut Pahor, dopo l'inoltro in Parlamento della relativa proposta di legge, supportata dalla firma di 59 deputati, inclusi i due deputati ai seggi specifici. Pahor si dice preoccupato per il fatto che le firme non siano state almeno 60, cioè la maggioranza dei due terzi necessaria per l'approvazione. "Qualora la legge non passasse, si rischierebbe di non avere più tempo per altri tentativi", rileva il capo dello stato. Pahor ha avuto lo scorso anno una serie di consultazioni con i gruppi parlamentari per armonizzare il testo della proposta, arrivando anche ad un accordo di massima. La proposta di legge trasmessa alla Camera di Stato, non ha il sostegno del Partito Democratico, mentre il Desus, pur non avendo contribuito con le firme dei propri deputati, potrebbe cambiare linea dopo l'avvicendamento ai vertici del partito. Le modifiche alla legge elettorale sono necessarie, lo ricordiamo, per rispettare la delibera della Corte costituzionale, secondo cui la Legge che definisce le circoscrizioni elettorali per l'elezione dei deputati della Camera di Stato, questo il verdetto, non è in armonia con la Costituzione. In concreto, i giudici hanno sentenziato che l'articolo 4 va rivisto dato che i parametri stabiliti oltre un quarto di secolo fa non possono più applicarsi alla situazione amministrativa odierna in cui la differenza tra le unità elettorali più piccole e quelle più grandi è cresciuta notevolmente. La sentenza della Corte costituzionale impone al Parlamento di emendare l'articolo della Legge elettorale nell'arco di due anni, precisamente entro dicembre 2020. La proposta di legge ora inoltrata in Parlamento prevede l'abolizione delle unità elettorali e l'introduzione del voto di preferenza.
Delio Dessardo