
La fiducia è un bene, ma il controllo è meglio. Janez Žakelj, presidente della commissione parlamentare sugli organi di sicurezza e deputato di Nuova Slovenia, ha concluso con questa frase, attribuendola a Winston Churchill, la sua breve, ma incisiva dichiarazione ai media al termine della seduta in Camera di Stato dell’organo competente. Nello specifico Žakelj ha lamentato la mancanza di sufficienti informazioni per trarre conclusioni fondate nel caso di protezione del pubblico ministero coinvolto in indagini rischiose. Il problema, secondo lui, è dovuto alla scarsa condivisione di documenti e materiale pertinente da parte degli organi di sicurezza per permettere ai deputati l’attività di supervisione prevista per legge. E se per la deposizione dei servizi segreti tutto è filato liscio, anche per questioni di riservatezza, Žakelj ha preso di petto le accuse mosse dalla procuratrice Mateja Gončin, a capo dell’indagine nei confronti dell’organizzazione criminale nota come Kavaški clan. Gončin aveva parlato di irregolarità nel funzionamento del Centro per la sicurezza e la protezione, motivo per cui Knovs ha preso in carico il caso. Ma a causa di una scarsa collaborazione non si è potuto esprimere su ipotetiche investigazioni segrete di sorveglianza che sarebbero state eseguite illegalmente nei confronti di una persona impiegata presso l'Ufficio del Procuratore di Stato specializzato. Una questione che pertanto rimane ancora aperta, e sulla quale Žakelj auspica un’indagine coscienziosa e professionale da parte della Procura di Stato.
Valerio Fabbri