
Nuova Slovenia rimane un partito affidabile e per dialogare bisogna ancora passare tramite il suo segretario. Dopo aver risposto a Janša via social, Tonin ha voluto ribadire la sua posizione direttamente dalla sede del partito cristiano-democratico. Un modo anche simbolico per dire che i metodi di Janša non lo spaventano anche perché, ha ricordato, pochi mesi fa ha ricevuto la fiducia dell'85% degli attivisti all'ultimo congresso. Ma se il segretario del Partito democratico sloveno è convinto che non sarà Tonin a guidare Nuova Slovenia alle prossime elezioni, l’interessato ha rilanciato sul fatto che l'obiettivo dei cristiano-democratici è un cambio di governo perché "la Slovenia non può permettersi un altro mandato di Robert Golob". Per questo sostiene la formazione di una coalizione pre-elettorale che punti alla vittoria. Al netto delle dichiarazioni bellicose, Tonin è consapevole che un eventuale successo di Nuova Slovenia passa anche per le sorti dell'SDS, con cui il dialogo è sempre spinoso, quantomeno su alcuni temi. Perché il collante anit-Golob non può bastare, né la carta dei conservatori può essere sempre e solo Janez Janša candidato unico a primo ministro, ha spiegato Tonin, convinto che una coalizione unitaria di forze conservatrici sia possibile, con una lista comune che potrebbe puntare seriamente alla vittoria. Più facile a dirsi che a farsi, perché il riposizionamento in corso somiglia sempre più a un rompete le righe per elezioni anticipate.
Valerio Fabbri