Con 55 voti a favore e 29 contrari il Parlamento ha approvato la nomina di 9 nuovi ministri, che amplieranno la compagine governativa fino a 20 membri. L'esecutivo guidato da Robert Golob potrà ora contare su tre ministeri completamente nuovi e un solo ufficio governativo. A dare un volto nuovo alla squadra di governo saranno i ministeri dell'istruzione superiore, della scienza e dell'innovazione, quello dell'ambiente, del clima e dell'energia, che hanno accorpato funzioni precedentmente distribuite in diversi dicasteri, e il neonato ministero per un futuro solidale, fortemente voluto dal partito Sinistra di Luka Mesec, che sarà guidato dall'ex segretario di Stato al ministero del Lavoro Simon Maljevac.
Secondo il governo la riorganizzazione è fondamentale per rendere più efficace le operazioni per affrontare le numerose sfide e le riforme in programma nel 2023. Come ha dichiarato con soddisfazione Golob, "dopo otto mesi di lotta siamo giunti al punto in cui i vincitori delle elezioni possono esercitare il loro legittimo diritto di formare un governo di propria iniziativa". Un successo che Golob ha voluto legittimare affermando che "non importa quanto le forze di opposizione cerchino di impedire il funzionamento del governo, a partire da oggi il governo nel pieno delle sue forze e funzioni", anche se pesa l'interim al ministero dell'interno dopo le dimissioni di Tatjana Bobnar.
Critiche le opposizioni, in particolare la capogruppo del Partito Democratico, Jelka Godec, il cui partito aveva proposto il referendum di novembre per bloccare l'allargamento. Secondo Godec, non solo la riorganizzazione richiederà lavori a strutture organizzative e infrastrutture ministeriali, ma sarà necessario utilizzare risorse preziose per impiegare nuovo personale, con un impatto negativo sulla spesa pubblica. Ben lontano quindi, ha detto ancora Godec, dall'efficienza ricercata.
Valerio Fabbri