Giovanni Coviello è al suo primo incarico diplomatico presso una sede estera, precedentemente Coviello ha lavorato nella Pubblica amministrazione italiana, dapprima come ufficiale del Corpo Forestale dello Stato, mentre dal 2017 al Ministero degli Affari Esteri, dove ho ricoperto vari incarichi di dirigenza d’ufficio a Roma, per poi approdare qui a Capodistria

Giovanni Coviello: “Le mie prime impressioni sono molto positive. L’ambiente si predispone bene a un lavoro di gruppo e di equipe per sostenere le comunità italiane, per sostenere gli italiani che fanno parte della nuova immigrazione qui in Slovenia e quindi è presente questo substrato molto attivo che facilita il lavoro del consolato. Come Console cercherò di mantenere questo rapporto molto forte sia con le comunità locali, per fare sentire il supporto in qualsiasi iniziativa da parte dello stato italiano e cercherò di migliorare quanto possibile i servizi consolari soprattutto per i nuovi arrivati che hanno bisogno dei servizi amministrativo consolari”.

È già entrato in contatto con i rappresentanti della minoranza italiana

Giovanni Coviello: “Ho avuto la possibilità di conoscerli “a spot” partecipando a qualche iniziativa delle varie comunità. È mia intenzione a breve, sempre covid permettendo, fare un incontro pubblico in cui mi presenterò alle comunità e inviterò chiaramente tutti i rappresentanti della comunità autoctona della minoranza”.

Quali sono le esigenze dei nuovi flussi migratori provenienti dall’Italia

Giovanni Coviello: “Credo che questi nuovi flussi migratori siano dovuti a un’attrattiva che la Slovenia ha nei confronti dei giovani intellettuali, laureati o imprenditori italiani che hanno voglia di sperimentare le loro attività in un contesto di estrema sicurezza, qualità della vita elevato e di opportunità che la Slovenia può dare all’interno del mercato unico. Per molti italiani è una meta quasi naturale, specialmente per chi vive nelle aree di confine. La fascia del Litorale poi è da sempre stata un crocevia di scambio tra gli italiani e gli sloveni”.

Quale è l’importanza del Consolato a Capodistria, in passato si è pure fatta strada l’ipotesi di una sua chiusura

Giovanni Coviello: “In passato so che ce stato qualche tentativo ma teniamo conto che il Consolato di Capodistria è l’unico Consolato che nasce in seguito ad accordi internazionali per cui è politicamente un consolato forte, un Consolato che deve rimanere e che lo stato italiano non ha alcuna intenzione di dismettere perché è un consolato di supporto alle comunità locali ed è un Consolato storico con una sua funzione ben precisa.

Dionizij Botter

Foto: Radio Capodistria/UI
Foto: Radio Capodistria/UI