Una sentenza quella della Corte costituzionale che risponde al ricorso mosso da due famiglie di bambini che frequentano istituti per studenti con bisogni speciali, che in queste settimane di istruzione a distanza hanno rilevato un loro peggioramento sia a livello cognitivo sia di socializzazione. I giudici hanno fatto propria all’unanimità la richiesta di riapertura, invitando il governo ad organizzare al più presto il rientro in aula di questi studenti, tenendo logicamente conto dell’epidemia in corso e garantendo, quindi, almeno il processo formativo, visto che per quanto riguarda le attività facoltative o di sorveglianza è chiaro che allo stato attuale ci possano essere difficoltà nella loro attuazione da parte di alcuni istituti.
"Dovrà essere possibile tenere incontri individuali senza indebiti ritardi”, hanno detto i giudici, come suggerito dal gruppo consultivo di esperti del Ministero della Salute e tenere conto del quadro epidemiologico; ed inoltre dovranno essere rimodulate le misure per salvaguardare la salute di studenti e docenti. Il Ministero dell’istruzione ha ribadito che la proposta di sospensione temporanea degli atti impugnati, riguardanti la chiusura delle scuole, è infondato, definendo necessaria la misura in corso visto lo stato della pandemia. Inoltre secondo il ministero anche per questa tipologia di studenti sarebbe stato approntato un percorso educativo a distanza adeguato alle loro difficoltà, con percorsi individualizzati.
La ministra dell’istruzione Simona Kustec ha accolto favorevolmente la sentenza, visto che d’altronde secondo lei i tempi imposti dalla Corte costituzionale coincidono con quelli previsti già dal piano di riaperture del governo. Infatti, ha ricordato, si sta già lavorando per far sì che questi studenti ritornino in classe, anche garantendo la loro sicurezza sanitaria grazie ai test per il Covid ai quali saranno sottoposti in questi giorni i docenti ed il personale scolastico.
Barbara Costamagna