"Non ho il diritto, e non lo sto dando a nessuno, di formare personalmente la politica estera slovena, per questo motivo, in risposta alla lettera al governo da parte di politici ed intellettuali sloveni, ho convocato il Comitato Esteri", ha affermato il primo ministro, Robert Golob, precisando che il parlamento è l'unico luogo in cui i politici hanno il diritto e il dovere di discutere a riguardo.
Il premier si recherà comunque a Bruxelles già questa settimana per incontrare i presidenti della Commissione e del Consiglio Ue, Ursula von der Leyen e Charles Michel, e per raccogliere più informazioni possibili da presentare poi al parlamento.
Tanja Fajon, a capo del Ministero degli Esteri, ha intanto ribadito che l'obiettivo comune rimane quello di portare la Russia al tavolo dei negoziati. "La politica estera slovena dovrebbe concentrarsi sugli aiuti umanitari e di sviluppo", ha affermato Fajon.
Ricordiamo che una ventina di intellettuali e politici sloveni, mercoledì scorso aveva chiesto al governo di "formare in modo ragionevole una posizione nei confronti della guerra in Ucraina". Tra i firmatari anche due ex presidenti della Repubblica, Milan Kučan e Danilo Türk. Non c'è alcun dubbio che Vladimir Putin, ordinando l'attacco contro Kiev, abbia compiuto un "crimine di guerra indelebile", si legge nella missiva al governo. L'armamento delle forze ucraine da parte dell'Occidente contribuisce a rafforzare la resistenza, hanno sottolineato ancora politici ed intellettuali, nonostante non sembrano esserci reali possibilità di cacciare completamente l'aggressore dal territorio ucraino.
E. P.