Il tema caldo di giornata dell'agenda parlamentare era la questione che tiene banco ormai da quasi due settimane, ovvero la "politicizzazione" della polizia denunciata da Bobnar e dal direttore ad interim del corpo di sicurezza, Boštjan Lindav.
Bobnar ha detto a chiare lettere di aver tenuto fede sia al giuramento prestato sulla Costituzione meno di sei mesi fa, sia ai suoi valori e principi che, in questo lasso di tempo, non sono cambiati. Golob, che pure ha ringraziato l'ex ministra per il lavoro svolto, ha detto che, se politicizzazione c'è stata, ha riguardato solo quella della sicurezza sua e della sua famiglia. In particolare il premier ha ricordato il suo viaggio a Bruxelles, insieme ai figli, quando sono stati rubati alcuni scatti privati. E' per quello che Golob ha chiesto un parere "personale" a Miloš Njegoslav Milović, responsabile della sicurezza dell'ex premier Janez Drnovšek, dove Golob mosse i suoi primi passi. Come ha risposto a chi lo incalzava, Milović non ha alcun incarico formale.
Archiviata la questione politica più pressante, pur con diversi momenti di nervosismo, Golob ha ritrovato compostezza quando ha risposto alle domande sulla questione sanità pubblica. Con 130 mila persone senza medico di base e 50 prescrizioni mediche annullate al giorno, secondo dati enunciati da Nuova Slovenia, Golob ha risposto dicendo che il lavoro da fare è enorme, anche a causa dell'impatto del Covid, ma fino a quando non entrerà in vigore la riforma in programma nel 2024 si dovrà continuare a spegnere gli incendi. A meno che, aggiungiamo noi, anche questi incendi non vengano "politicizzati".
Valerio Fabbri