La situazione economica attuale necessita di provvedimenti complessivi, non soltanto in materia di politica monetaria. A sottolinearlo è il governatore della Banca di Slovenia, Boštjan Vasle, all'indomani della decisione della Banca Centrale Europea di lanciare un nuovo acquisto di titoli di Stato per 20 miliardi al mese da novembre, per il protrarsi della debolezza dell'Eurozona e di altri rischi. Provvedimenti complessivi, dice Vasle, per gli aumentati rischi su scala globale, a partire dal rallentamento della crescita economica. Tra i rischi Vasle ha citato la guerra commerciale scatenata dagli Stati Uniti, il raffreddamento della crescita in Cina e le conseguenze determinate dall'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. Fattori potenzialmente destabilizzanti, che richiedono il coinvolgimento di tutte le politiche in materia di economia e finanza, in primo luogo di quella fiscale. Per quanto riguarda la crescita, al momento parliamo di rallentamento, non di recessione, il principale pericolo è costituito dalla guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina. Per la Slovenia, il governatore della Banca Centrale individua tre fattori chiave da tenere sotto controllo per mantenere un tasso di crescita robusto: produttività, quadro demografico e conti pubblici.
Ricordiamo che ieri l'ufficio per le analisi macroeconomiche e lo sviluppo ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL per il 2019, portandole al 2,8 percento, con una flessione dello 0,6 percento rispetto alle previsioni di primavera. Una contrazione che era nelle attese e di cui il governo dovrà tener conto nella messa a punto del bilancio. Nessuna sorpresa, dice il premier Šarec, rispetteremo comunque il Patto fiscale, che impone la stabilità dei conti pubblici. La crescita del PIL sloveno, rileva Šarec, resta comunque due volte maggiore della media dell'Eurozona.
Delio Dessardo