Usando ancora una volta Twitter, la piattaforma di comunicazione preferita degli uomini più rappresentativi dell’esecutivo Janša, Hojs ha scritto che sarebbe meglio spostare la festività del 2 gennaio al Epifania e far slittare la giornata libera del 2 maggio al 23 novembre, data in cui la Slovenia celebra Rudolf Maister, il generale che con la sua azione assicurò l’annessione di Maribor all’allora regno di Jugoslavia.
La Slovenia è uno dei pochi paesi che a Capodanno di ferma per ben due giorni, mentre è praticamente l’unico che celebra la Festa del Lavoro peer 48 ore. Era così anche al tempo della Jugoslavia. Il 2 gennaio era stato cancellato nel 2012 dal governo Janša, ma era poi stato reintrodotto quatto anni dopo dall'esecutivo Cerar, mentre l'ipotesi di cassare il 2 maggio aveva trovato la netta opposizione dei sindacati, che si erano detti pronti a dar battaglia.
In una dichiarazione rilasciata a N1, il ministro ha comunque detto che non se ne parlerà in questo mandato, ma che la questione sarà semmai materia di un eventuale prossimo accordo di coalizione. Intanto le festività ed i giorni liberi appassionano anche le altre forze politiche. Dal Partito di Alenka Bratušek hanno proposto di aggiungere tra le festività nazionali, ma comunque senza giornata libera, anche San Martino, per unire simbolicamente i viticoltori e gli amanti del vino, mentre i deputati del gruppo misto hanno chiesto di far diventare libero il lunedì nel caso che due feste nazionali cadano una dietro l’altra il sabato e la domenica, come accadrà quest’anno a Natale e Capodanno.
Stefano Lusa