Dure le critiche rivolte dal governo di centrodestra a quello precedente guidato da Marjan Šarec. È quanto emerge dal rapporto approvato ieri durante la seduta del governo. Il materiale protettivo, sarebbe stato acquistato a prezzi decisamente superiori rispetto a quelli durante il governo Janša, emerge dal rapporto. Il rapporto contiene dati precisi sul numero delle scorte di materiale protettivo e sanitario a disposizione il 13 di marzo, data che coincide con il giuramento del nuovo governo di centrodestra. Nelle 80 pagine il governo mette in evidenza che le maschere protettive del tipo FFP2 durante il governo Šarec venivano acquistate a 4,64 euro al pezzo, rispetto ai 3,40 durante a quello Janša. Per quanto riguarda invece l’acquisto dei ventilatori polmonari questi venivano acquistati a 49 mila 154 euro durante l’esecutivo di centro sinistra rispetto ai 33 mila 880 durante a quello di centrodestra. Dal rapporto emerge inoltre che le mascherine, i guanti e il restante materiale protettivo a disposizione nel centro logistico di Roje sarebbero bastati per un solo giorno di epidemia. L’Ente per le riserve strategiche ha garantito a breve periodo il materiale protettivo necessario stipulando una serie di contratti indipendentemente dai costi d’acquisto. Per quanto riguarda i contratti non realizzati, il governo invita l’ente per le riserve strategiche a trattare al ribasso l’acquisto dei dispositivi di protezione. L’esecutivo dice inoltre di garantire per l’anno corrente un milione di euro per la produzione dei ventilatori polmonari e un altro milione per la produzione delle maschere del tipo FFP2 e FFP3. Il governo invita la Corte dei conti a revisionare quanto fatto dall’ente per le riserve strategiche nei primi quattro mesi dell'anno e di revisionare tutti i procedimenti d’acquisto di ventilatori negli ospedali sloveni negli ultimi cinque anni. Secondo l’esecutivo Janša, l’allora premier Marjan Šarec avrebbe agito con negligenza, a confermarlo il fatto che le persone che sono tornate in Slovenia dalle località Italiane particolarmente colpite non sono state messe in quarantena.
Dionizij Botter