Ad acquisire circa il 43% del gruppo Sava, che fa parte del fondo York Global Finance Offshore, sarà molto probabilmente fondo ungherese Diofa Asset Management, di proprietà di uno dei più ricchi cittadini ungheresi con legami con il premier, Viktor Orban. Lo riportano POP TV ed il quotidiano Delo. L'estate scorsa, lo Stato aveva tentato di acquisire il 43,23% del gruppo Sava, di cui fa parte anche l'azienda Sava Turizem, che avrebbe dovuto essere inclusa nella Holding statale per il turismo, della Holding statale slovena, SDH, l'affare è però saltato.
Il fondo York – sempre secondo quanto riporta POP TV - in autunno ha quindi iniziato un nuovo processo di vendita. Due le offerte ricevute: una croata e l'altra ungherese; York ha però continuato le trattative - ora in fase di conclusione - soltanto con l'offerente magiaro. Il fondo sarebbe pronto ad accettare l'offerta di 35 milioni di euro, che - secondo informazioni ufficiose - sarebbe molto più bassa rispetto ad altre offerte non vincolanti, giunte qualche mese prima.
SDH e la società di capitali Kad, che detengono rispettivamente il 18,69 ed il 28,05% del gruppo Sava, in caso di firma del contratto, nell'arco di 30 giorni potrebbero esercitare il diritto di prelazione. Secondo il nuovo piano di gestione degli investimenti di capitali per il 2022, approvato dal governo giovedì scorso, però, non è più previsto che la Holding statale slovena aumenti la sua quota di partecipazione al gruppo Sava.
Ricordiamo che Sava Turizem possiede diversi alberghi a Bled, sulla costa, a Moravske Toplice, Ptuj e Radenci. Finora era previsto che lo Stato avrebbe aumentato la quota partecipazione al gruppo Sava, trasferendola quindi alla Holding statale per il turismo insieme ad altre compagnie, tra cui Terme Olimia, Istrabenz Turizem, Thermana, Adria Ankaran, Hit Alpinea ed il ramo turistico del Hit di Nova Gorica.
Per quanto riguarda la Istrabenz Turizem - sempre secondo informazioni ufficiose riportate da POP TV - la proprietaria, la Società per la gestione dei crediti deteriorati delle banche, avrebbe chiesto al governo se l'azienda potesse essere venduta, proprio a causa del grande interesse espresso per la compagnia da diversi offerenti, soprattutto quelli ungheresi.
E. P.