Foto: Radio Capodistria
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Circa mille precipitanti hanno affollato Piazza della Repubblica dove l'Associazione per i valori dell'indipendenza slovena ha organizzato una manifestazione di protesta contro la decisione dell'attuale esecutivo di accorpare il Museo dell'Indipendenza, voluto dal governo di Janez Janša, al Museo Nazionale di storia contemporanea. Il principale rimprovero scaturito dagli oratori sul palco è stato proprio l'accorpamento dei due Musei con il decreto dello scorso 19 gennaio. Secondo il presidente dell'Associazione, Lojze Peterle, l'indipendenza slovena ha "per la prima volta nella storia riunito il popolo sloveno in uno stato indipendente e democratico sulla base della volontà plebiscitaria e nonostante le divisioni politiche, e rappresenta la realizzazione del suo obiettivo politico più grande". Secondo Peterle la decisione dell'attuale governo di abolire il Museo dell'Indipendenza come entità autonoma è irragionevole e presa in assenza di dialogo; una decisione che introduce ulteriori divisioni nella società e un atteggiamento nei confronti dell'indipendenza che non rispetta i suoi valori. "Questa situazione richiede una riflessione sul significato dell'indipendenza slovena", ha ribadito. L'Associazione, inoltre, sostiene la mozione di sfiducia contro il governo, inoltrata dal partito Democratico e sostenuta dal Partito Nuova Slovenia che ha sua volta si impegna peri il rafforzamento dei valori dell'indipendenza. Peterle ha scandito: "Il museo ci sarà! Ve lo assicuro".
"I giovani sono grati per l'indipendenza della Slovenia, raggiunta nel 1991" - ha esordito la presidente della sezione giovanile di Nuova Slovenia, Katja Berk Bevc - e concluso - "Rispettiamo e proteggiamo la nostra patria".
Il ministro della difesa, 32 anni fa, e attuale presidente del SDS Janez Janša ha affermato che la soppressione del museo dell'indipendenza slovena non è altro che "il simbolico abbassamento dell'attuale bandiera slovena e l'innalzamento di quella vecchia". Secondo la sua opinione, si sta cercando di fare tutto il possibile per impedire che il periodo dell'indipendenza della Slovenia sia presentato anche alle generazioni future. "È l'atto finale di un processo avviato da coloro ai quali l'emancipazione della Slovenia non è mai stata un'opzione intima" - ha detto. Secondo Janša, la crisi dei valori causa anche tutte le altre crisi. I risultati si esprimono ad esempio "nell'inflazione, che è quasi il doppio della media europea". "Non c'è crisi peggiore della crisi dei valori", ha sottolineato. I presenti alla manifestazione hanno portato bandiere slovene e striscioni con scritte come "Distruttori della Slovenia e degli sloveni onesti. Via con la mafia" e "Siamo governati dai successori comunisti e nemici del popolo sloveno. Andatevene!".

Corrado Cimador