È giusto che il governo prenda nuovamente posizione su un argomento cosi importante, considerata la mutata situazione internazionale. Intervenuto al Comitato Esteri, Cerar ha ricordato che Stati Uniti, Australia e Ungheria non hanno nemmeno partecipato ai negoziati per la stesura del documento. Austria e Repubblica Ceca hanno fatto sapere che non intendono aderirvi, riserve sono state manifestate da Polonia, Bulgaria e Brasile. I negoziati hanno coinvolto quasi 180 paesi, 150 si sono associati alla dichiarazione che verrà approvata formalmente a dicembre, alla conferenza internazionale di Marrakech, in Marocco. Cerar è convinto che il governo sloveno resterà fedele all'accordo; qualora decidesse diversamente, ha detto, rispetterò la scelta. Durante la discussione in sede di Comitato, Jožef Horvat, di Nuova Slovenia, ha fatto presente che il governo non è autorizzato a prendere decisioni finali in merito al documento in questione. È un compito che, ha detto, spetta al Parlamento. Già fissata per il 21 novembre la sessione straordinaria della Camera di Stato, con all'ordine del giorno proprio il patto ONU sulle migrazioni. È stata sollecitata da Partito Democratico, Nuova Slovenia e Partito Nazionale, che chiedono al governo di respingere il documento. Nei giorni scorsi Cerar aveva detto che la Slovenia deve rimanere un paese sicuro e impedire l'arrivo di migranti illegali, accogliendo soltanto quanti soddisfano i requisiti per la tutela internazionale. Propenso alla conferma del Patto Onu invece il premier Marjan Šarec secondo il quale il documento è più che altro una dichiarazione di principio, non vincolante. E prende posizione sull'argomento anche il presidente della repubblica, Borut Pahor, secondo il quale il Patto ONU sulle migrazioni è un documento che si può accettare. La Slovenia può comunque far presenti le proprie riserve o richiedere ulteriori chiarimenti sui contenuti dell'intesa, recita una nota dell'ufficio di presidenza. Il Patto ONU, si rileva, ha carattere globale e non è comunque vincolante.