In seguito alla riunione avvenuta a porte chiuse della Commissione d’inchiesta parlamentare, Robert Pavšič della Lista Martjan Šarec, a capo della Commissione, ha chiesto al premier quante fossero stati i gruppi consultivi a disposizione del governo. “Le prime due settimane abbiamo svolto una serie di incontri con le persone impegnate in prima linea nella lotta al virus, rappresentanti delle istituzioni sanitarie, delle case degli anziani e della protezione civile, la quale era sprovvista della strumentazioni necessaria” ha precisato Janez Janša, chiarendo che il gruppo consultivo con a capo Matej Lahovnik è stato invece creato ad hoc e su base volontaria con l’obiettivo di limitare le conseguenze economiche e sociali della pandemia. Sulla costituzione del gruppo consultivo per il covid19 guidato dall’infettivologa, Bojana Beović, il premier ha precisato che aveva solamente un compito di natura consultiva, mentre ora questo gruppo fa riferimento al preposto Ministero della salute. Per quanto concerne invece la situazione all’Istituto nazionale di salute pubblica, questa era da XIX secolo ha detto Janša “I dipendenti giravano tra gli uffici scambiandosi dei foglietti, non avevamo neppure a disposizione i dati reali della situazione, stiamo tuttora mettendo in piedi la rete d’informazioni necessaria per affrontare le emergenze” ha detto Janša. Nel 2017 l’organizzazione mondiale della sanità ha visitato la Slovenia e fornito delle raccomandazioni agli esperti, ha detto il premier, abbiamo ereditato una situazione dove il numero degli addetti alle relazioni pubbliche superava quello degli epidemiologi.
Dionizij Botter