Fittizia o motivata che sia la ragione per cui il ministro Dejan Prešiček ha dovuto abbandonare l'incarico affidatogli da pochi mesi nel nuovo governo la decisione ai vertici era di quelle che non lasciano spazio a deroghe. Il premier Marjan Šarec ha deciso con prontezza, evitando così ulteriori grane e strasichi burocratici all'interno di un ministero da sempre considerato tra i più importanti: quello della cultura. Sul piano formale la richiesta di dimissioni fa riferimento all'utilizzo per ragioni personali dell'automobile di servizio da parte del ministro, che ha ammesso l'infrazione, su quello dei contenuti ben più gravi risultano le motivazioni portate in campo da un nutrito gruppo di sottoposti al ministro, che accusano il ministro di mobbing, vessazioni e eccessiva irascibilità. Ulteriori commenti a tale proposito non possono essere fatti finchè la questione non viene considerate dagli organi competenti. Se sul piano delle qualità personali e professionali la scelta di un ministro deve essere sempre oculata, è difficile valutare come non appropriata quella rivolta ad un personaggio che in passato ha già avuto incarichi di prestigio nei precedenti governi, mentre su quello professionale risalta la sua direzione per due mandati del Conservatorio di musica e danza di Lubiana. Si ha quindi il sospetto che la denunciata situazione di sofferenza nei rapporti personali e di lavoro all'interno del Ministero abbia una gestazione molto più datata. Se così fosse il premier Šarec, oltre alla determinazione per il passo concreto di oggi, dovrebbe dimostrare la capacità di andare fino in fondo alla questione, evitando speculazioni politiche e operando in favore di un rapporto più proficuo tra governo, le sue strutture, e il mondo della cultura.
Miro Dellore