Il presidente del partito del centro moderno, Miro Cerar, a conclusione del suo mandato si è detto tranquillo e soddisfatto di aver raggiunto tutti gli obiettivi preposti e soprattutto di poter cedere il Paese al proprio successore in condizioni migliori rispetto a quelle in cui l'aveva ereditato lui nel 2014. All'epoca infatti la Slovenia stava ancora navigando in cattive acque, dovendo affrontare la crisi economica e l'instabilità politica. Inoltre si è dovuto fare i conti con gli appetiti delle multinazionali straniere. Il riequilibrio delle finanze pubbliche, il miglioramento del rating e della crescita hanno fatto sì che il Paese tornasse a godere della stima internazionale; a testimonianza di ciò la decisione di Bruxelles di tirare un freno ai numerosi controlli divenuti ormai superflui dopo che la Storia della Trojka è sprofondata nell'oblio. La Slovenia può quindi vantare una stabilità che la rende un partner europeo affidabile a tutti gli effetti. Guardando al futuro, Cerar crede che le priorità del nuovo governo dovrebbero concentrarsi sulle finanze pubbliche, su incentivi all'economia con investimenti nell'infrastruttura, l'integrazione tra economia, scienza e pubblica istruzione, l'abolizione degli ostacoli amministrativi e l'introduzione di nuovi metodi che favoriscano la modernizzazione e lo sviluppo del Paese. Ciò che verrà conseguito in tal senso dovrà venir fatto nell'interesse di tutti, ricorda il premier uscente, sottolineando che l'SMC farà l'impossibile affinchè il nuovo governo possa, nel quadro della disponibilità delle finanze pubbliche, elevare il tenore di vita dei cittadini sloveni.