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Matej Tonin leader del partito Nuova Slovenia, subentrato a Ljudmila Novak ha attuato un graduale ricambio generazionale all’interno del partito. Tonin ha abbandonato i negoziati per la formazione di un governo con il secondo classificato Šarec il quale ha deciso di dirottare gli sforzi sul Partito Sinistra, che ha poi in effetti portato alla formazione dell’attuale esecutivo detto anche pentapartito. Ma come mai non si è arrivati alla formazione di un governo di centro destra siccome il vincitore delle elezioni è stato il Partito democratico, Sds, di Janez Janša

Matej Tonin: La risposta è semplice. Le trattative non sono andate a buon fine per il semplice motivo che la gran parte dei potenziali partiti di coalizione non hanno voluto sedere al tavolo delle trattative con il Partito democratico. Di conseguenza non cerano i numeri necessari per la formazione del governo. Altre opzioni non sono invece state prese in considerazione. L’opzione di un governo di centro destra guidato da Nuova Slovenia non è invece stata presa in considerazione da determinati schieramenti politici. Insomma, in alcun modo non cerano i numeri per la formazione di un governo di centrodestra.

Reporter: L’Nsi ha comunque intrapreso una serie di incontri con Šarec. La possibilità di un governo Šarec con l’Nsi non sembrava una opzione tanto remota. Perché non sono andate a buon fine le trattative

Matej Tonin: La situazione era diventata paradossale. Mi spiego. Le nostre richieste inserite nel contratto di coalizione rischiavano di non essere assolutamente considerate. Questi dubbi ci hanno afflitto già dall’inizio delle trattative. La mancata possibilità di mantenere le nostre promesse ci poteva poi penalizzare in futuro. Insomma, la paura di non poter realizzare quanto scritto nel contratto di coalizione stipulato con Šarec era molto concreta. È questo il motivo principale del nostro abbandono. I dubbi che sono insorti erano molteplici. I partiti in questione erano propensi a concedere qualcosina per quanto riguarda le modifiche costituzionali proposte già dalla precedente compagine al governo per bypassare determinate decisioni della Corte costituzionale. In secondo luogo, a preoccuparci è stata la mancata volontà dell’attuale premier Šarec di sostenere chiaramente le nostre posizioni all’interno della possibile coalizione, tutti questi aspetti hanno contribuito alla nostra insicurezza fino al momento nel quale abbiamo detto con chiarezza che nutriamo dei forti dubbi sul fatto che ciò che verrà scritto nel contratto verrà poi realizzato come di accordo. In questo caso, mi riferisco alla mancata attuazione delle nostre proposte, i nostri risultati sarebbero nulli e di conseguenza io in veste di Presidente delusi come molti mie colleghi verrei accusato die essermi venduto per la cosiddetta poltrona di turno da parte del nostro elettorato. Le persone ci hanno votato perché siamo i portatori di determinati valori e soluzioni e il rischio di non poter realizzare quanto promesso era molto alto. Questo è stato insomma il motivo principale per il quale abbiamo deciso di abbandonare il tavolo negoziale.

Reporter: Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un batti e ribatti più o meno acceso con il partito Sinistra, il quale appoggia il governo ma sostiene di non farne parte, cosa ne pensa

Matej Tonin: Per quanto riguarda lo status del Partito Sinistra direi che le cose sono chiarissime. Lo stesso ufficio legale della Camera di Stato conferma in modo articolato e motivando che lo status del partito Sinistra è di gruppo parlamenterà di coalizione. Punto. Per le persone che rispettano la decisone presa dall’ufficio legale le cose sono chiare, mentre chi continua a politicizzare questa cosa ha a disposizione una serie infinita di strumenti per discutere. La Sinistra secondo me ha fatto gran parte del suo lavoro a favore di Šarec, ha contribuito in modo determinante alla sua nomina a capo del governo, non ha ostruito la conferma della lista ministeriale e di conseguenza da questo punto in avanti Šarec non ha più bisogno del sostegno della Sinistra. Questo governo può’ durare fino alla fine del mandato non facendo niente. Molte persone, seppur scherzosamente, ritengono che forse è proprio questa l’opzione migliore in quanto si andrebbe incontro a situazioni di routine e molto prevedibili, le quali farebbero comodo a molti. Insomma, mi riferisco a un governo di affari correnti per un mandato di quattro anni. Un altro discorso riguarda invece le possibili modifiche costituzionali, dove questo governo non detiene la maggioranza necessaria, poi le cose si potrebbero complicare sul piano dei veti nel Consiglio di Stato e poi se non riusciranno ad ottenere i 46 voti necessari non potranno far passare alcuna proposta di legge. Ma anche qui grossi drammi, sinceramente, non li vedo. Infine, le cose potrebbero ulteriormente complicarsi ulteriormente per quanto riguarda l’approvazione del bilancio. Ma anche in questo caso l’ordinamento vigente prevede una soluzione simile a quello adottato negli Stati Uniti d’America dove il bilancio può essere approvato di volta in volta e così si può’ andare tranquillamente avanti per 12 mesi. In teoria questo governo potrebbe durare tranquillamente per tutto il suo mandato, ma tutto a livello teorico, quanto accadrà in pratica, sarà invece tutto da vedere.

Reporter: Quale potrebbe essere secondo lei l’elemento destabilizzande di questa coalizione di governo

Matej Tonin: Questo governo, crescita economica permettendo, durerà a lungo. Ma in caso di una nuova crisi finanziaria mondiale potrebbe invece rappresentare un grosso problema. In un periodo di relativa tranquillità non abbiamo preso alcun provvedimento in grado di affrontare fenomeni di questo genere. Le conseguenze di un eventuale crisi a livello mondiale potrebbero trovarci impreparati e ampliare gli effetti negativi di una eventuale crisi. Sicuramente all’interno dell’attuale coalizione di governo possiamo trovare diversi partiti non inclini ad adottare provvedimento impopolari in quanto preferirebbero andare ad elezioni anticipate. Ritengo che un eventuale crisi ci porterà sicuramente a elezioni anticipate.

Reporter: Spesso è entrato in rotta di collisione con il partito Sinistra, come vede questa formazione politica nella coalizione di governo

Matej Tonin: Marjan Šarec voleva diventare a tutti i costi il capo del governo e di conseguenza ha concesso molto alla Sinistra al fine di ottenere i loro voti. Ma i contenuti e le proposte portate avanti dalla Sinistra sul piano politico sono molto dannosi dal punto di vista economico. Loro non si rendono conto che prima di offrire qualcosa bisogna creare qualcosa. Io ritengo che una politica sociale efficace necessita di un’economia forte. E per la prima volta nella storia Slovena i rappresentanti del settore economico hanno alzato la voce contro le proposte della Sinistra. Tutte le speculazioni in materia hanno creato un clima di paura tra gli imprenditori. Numerosi hanno addirittura ventilato l’idea di trasferire il capitale dalla Slovenia o addirittura dell’intera catena produttiva. Tutte queste aziende creano profitto, molto del quale si riversa nel bilancio dello stato e se la Sinistra continuerà a terrorizzare gli imprenditori questi decideranno di trasferire le attività e pagare i contributi in paesi terzi. Tutto ciò determinerà un grosso buco nel bilancio nazionale perciò bisognerebbe essere più cauti nelle esternazioni. E proprio per questo motivo abbiamo deciso di indire due settimane fa’ una seduta straordinaria della Camera con l’intento di inviare un chiaro messaggio agli imprenditori. Noi e molti deputati che la pensano come noi faremo di tutto affinché determinate stupidaggini non avvengano.

Reporter: Ma quale è il nocciolo della questione, la tassazione dei rendimenti sul capitale

Matej Tonin: È giusto che I rendimenti sui capitali vengano tassati. Ma stiamo discutendo sulla misura, sulla giusta tassazione dei profitti. E qui dobbiamo considerare che la Slovenia non è isolata, anzi è parte di un mondo globale, è parte integrante dell’Unione Europea che garantisce la libera circolazione. Tutte le proposte che mirano ad aumentare le imposte sono controproducenti perché poi di conseguenza queste persone abbandonano il nostro paese. Se prendiamo in esame la nostra tassazione sui profitti che sia aggira sul 25 per cento e la paragoniamo ad altri paesi che posso definire concorrenti quali la Polonia o Croazia dove questa è invece del 19 per cento o addirittura di meno il rischio che le aziende si trasferiscano è reale. Se continueremo ad esagerare con queste tassazioni potrebbe capitare che la nostra intenzione di guadagnare di più sarà del tutto controproducente.

Reporter: Marjan Šarec ha esordito in politica a livello nazionale come il nuovo che avanza, il cosidetto volto nuovo

Matej Tonin: Marjan Šarec si è rimangiato molte cose, molte parole e promesse preelettorali. Per citarne una, l’affermazione durante la campagna elettorale che diceva che non si sarebbe candidato senza aver garantite le 46 sottoscrizioni oppure sul fatto che diceva di non essere intenzionato a collaborare con la Sinistra. Diciamo che non è proprio il modo migliore per iniziare questo del rimangiarsi la gran parte delle promesse effettuate durante la campagna elettorale. Questa è però la realtà politica; io ho evitato di fare certe affermazioni consapevole che il giorno dopo le elezioni bisognerà dialogare con diversi schieramenti in quanto l’attuale sistema elettorale porto a fare numerosi calcoli in quanto i partiti che superano la soglia sono molteplici e spesso determinano le sorti del governo e determinano la maggioranza.

Repoter: Per concludere parliamo del fenomeno del momento la Štajerska Varda, gruppo armato guidato da Andrej Šiško, ex candidato alla presidenza, successivamente arrestato dalla polizia con l'accusa di istigazione di attività finalizzate a sovvertire violentemente l'ordinamento dello Stato. Come e' possibile che nessuno ne era a conscenza, lei e' stato pure Presidente della commissione commissione parlamentare per il controllo dei servizi segreti e di sicurezza.

Matej Tonin: La Štajerska Varda è la conseguenza della situazione disastrata nella quale versa il sistema d’intelligence in Slovenia. I problemi all’interno dell’intelligence negli ultimi anni non sono stati risolti, anzi si sono accumulati e il governo Cerar non ha fatto assolutamente niente per migliorare le condizioni nonostante i crescenti pericoli internazionali. Negli ultimi tempi ascoltiamo molte notizie negative che riguardano lo stato di salute dell’esercito, lo sciopero della Sova, l’insoddisfazione generale che regna tra le forze dell’ordine; insomma una serie di informazioni negative che indicano che il nostro sistema di sicurezza è inefficiente. Tutto ciò porta determinate persone all’interventismo, ad armarsi. È in questa ottica che dobbiamo guardare alla Štajerska Varda. Io credo che la migliore risposta a questi fenomeni estremi ci conduca a migliorare il sistema d’intelligence e di sicurezza in generale. E infine sicuramente migliorare le condizioni socioeconomiche del paese, se le persone lavorano e hanno una buona retribuzione si sentono pure sicure e non hanno sicuramente la tendenza a fare parte di unità paramilitari quali la Šatejerska Varda