Il presidente del Partito Democratico, Janez Janša, parla di "ironia della storia". "Dopo 15 anni, torniamo ai Patria. Nel frattempo, sabotaggio dello sviluppo, della democrazia e dell'esercito sloveno", ha scritto su X l'ex premier, coinvolto a suo tempo nel caso Patria e condannato a due anni di carcere nel 2013 con la motivazione che nel 2005 avrebbe accettato la promessa di una tangente per concludere un accordo tra la Slovenia e la società finlandese che produce i blindati in questione. Nel 2015, la Corte costituzionale aveva annullato integralmente la sentenza, e nello stesso anno il caso era ufficialmente caduto in prescrizione. Il presidente di Nuova Slovenia, Matej Tonin ha accolto con favore i progressi nella creazione di un battaglione da combattimento per le necessità delle Forze Armate, valutando però che il paese è ancora lontano dall'obiettivo di un apparato militare che sia in linea con le necessità della NATO. Nella coalizione di governo reazioni prudenti. Il Partito Socialdemocratico dice di non conoscere nei dettagli i contenuti dell'operazione, ovvero cosa abbia portato il Ministero della Difesa ad autorizzare l'acquisto dei blindati. “Alla luce dell'impatto negativo che in passato la vicenda dell'acquisto dei blindati Patria ha avuto sulla società slovena è il caso di essere prudenti”, così l'SD, “prendiamo comunque per buone le dichiarazioni del premier Golob, il quale ha assicurato che tutte le procedure per arrivare all'acquisto dei blindati Patria saranno assolutamente trasparenti e in conformità con le leggi”. La Sinistra invita invece a riconsiderare l'operazione dal punto di vista finanziario; piuttosto che spendere per gli armamenti sarebbe più sensato utilizzare questi mezzi per migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Il partito torna a ribadire le proprie posizioni in materia di armamenti e adesione alla NATO; sono note e rimangono invariate, si sottolinea. La Sinistra rileva a sua volta di non avere a disposizione elementi tali da poter commentare l'acquisto dei blindati Patria, ha fatto sapere la coordinatrice e Ministra della Cultura, Asta Vrečko.
Delio Dessardo