Il relativo calo dei contagi negli ultimi giorni non deve trarre in inganno, avvertono gli esperti; l'unico dato certo a conferma della forza di questa ondata dell'epidemia è l'alto numero delle persone ospedalizzate; infatti, come si temeva è stata superata quota mille. I ricoveri crescono di circa il 5 percento al giorno e aumenta anche il numero delle vittime. Soltanto questa settimana si sono registrati oltre 180 decessi. L’età media delle persone decedute è paragonabile alla prima ondata, ha spiegato Matjaž Jereb, capo responsabile del reparto terapia intensiva nella clinica lubianese per malattie infettive. La mortalità è sensibilmente più alta tra gli ultra 75.enni, praticamente tutti con patologie pregresse. Per quanto riguarda i decessi non è stato però ancora raggiunto il picco; nelle prossime due settimane le terapie intensive registreranno un numero critico di pazienti, avverte Jereb. Si spera in una inversione di tendenza a inizio dicembre. Per l'infettivologa Bojana Beović, a capo del gruppo di esperti del Ministero della Salute, gli ultimi dati sembrerebbero confermare che ci stiamo effettivamente avvicinando al picco della seconda fase di epidemia. Siamo nella situazione in cui parlano i numeri delle persone ospedalizzate. Dobbiamo essere prudenti nell'interpretazione dei dati, sottolinea, aggiungendo che lo scorso fine settimana era già un po' ottimista sull'evolversi del quadro epidemiologico, i bollettini degli ultimi giorni però hanno dimostrato che bisogna essere molto cauti, in quanto gli ospedali si sono riempiti in maniera esponenziale. L'obiettivo è far sì che le limitazioni imposte abbiano effetto, che la curva dei contagi e dei ricoveri scenda, per poter tornare almeno per qualche tempo ad una vita quasi normale. Ci aspettano però ancora alcuni mesi di questo vivere quotidiano, avverte Bojana Beović, dobbiamo essere estremamente prudenti e aggiunge: il prossimo anno, si spera, contiamo di risolvere parte delle difficoltà con un vaccino che si dimostri efficace.
Delio Dessardo