Ben 7.420 contagi martedì in Slovenia, a fronte di 14.814 test molecolari, oltre il 50 percento. Confermate le previsioni degli esperti che indicavano questa settimana tra le più a rischio della quarta ondata, dove prevale la variante Omicron. Nei giorni scorsi si era parlato di possibili 40 mila contagi nell'intero arco dei sette giorni. Considerata la crescita esponenziale negli ultimi due giorni sono da attendersi a breve fino a diecimila casi di positività quotidiani. I casi attivi nel paese sono ora 45.459, incidenza settimanale di 4.367 contagi ogni 100 mila abitanti. Di fronte al ripetuto aumento dei contagi gli esperti continuano a lanciare appelli a vaccinarsi, se non altro per rendere possibile un decorso meno problematico della malattia; l'85 percento dei ricoverati in terapia intensiva è infatti rappresentato da non immunizzati. Da giovedì a sabato tornano le giornate vaccinali, la somministrazione sarà possibile senza prenotazioni. Centri vaccinali aperti dalle 8 alle 20. Le strutture sanitarie sono pronte per la nuova campagna vaccinale dopo quella di dicembre, prima delle festività di fine anno. Gli operatori sono un po' preoccupati per la carenza di personale adeguato; aumentano infatti le assenze per infezioni o quarantene, sia nelle Case della Sanità che negli ospedali. Il gruppo consultivo di esperti per la campagna vaccinale, guidato da Bojana Beović, al momento non è favorevole alla vaccinazione obbligatoria, sostiene invece l'immediata introduzione del requisito GV, /guarito o vaccinato/. È quanto emerge dal verbale della riunione tenutasi il 5 gennaio e pubblicato sul sito dell'Istituto nazionale di salute pubblica. In caso di nuove ondate, tali da determinare un forte aumento delle ospedalizzazioni, si propone comunque un piano operativo che permetta il ricorso alla vaccinazione obbligatoria.
In fase di preparazione anche delle modifiche al programma di vaccinazione per il 2022; una prevede l’inserimento della vaccinazione anti-Covid nel capitolo "vaccinazione dei dipendenti" il che permetterebbe ad uno specialista di medicina del lavoro di includere l'immunizzazione contro il Covid 19 per determinati posti di lavoro, in considerazione dei rischi derivanti dalla tipologia di lavoro svolto.
Intanto secondo l'organizzazione mondiale della Sanità, al ritmo attuale dei contagi, da qui a due mesi oltre il 50% degli europei sarà infettato dalla variante Omicron del Covid. Il direttore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per l’Europa Hans Kluge, si dice preoccupato in particolare per il fatto che Omicron si sta spostando verso est e si deve ancora vedere il suo pieno impatto in Paesi dove i livelli di vaccinazione sono più bassi e dove si rischia una malattia più grave nei non vaccinati.
Delio Dessardo