Nel castello di Strmol è stata l'energia il tema caldo al centro dei colloqui fra il premier Golob e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Inevitabile però che, in vista del vertice europeo in programma a Tirana il 6 dicembre, si sia parlato anche di Balcani occidentali e di guerra in Ucraina.
Per quanto riguarda l'energia secondo Michel si tratta di una "questione centrale che mette ancora una volta alla prova l'Unione europea" su come sarà in grado di proteggere imprese e cittadini dagli shock energetici. In conferenza stampa, poi, Golob ha avuto modo di precisare che gli accordi di solidarietà sulle forniture di gas firmati con Italia e Austria sono fondamentali per gestire la contingenza attuale, mentre quelli con Croazia e Ungheria sono di natura evolutiva, quindi orientati allo sviluppo dell'approvvigionamento, e non hanno urgenza di essere formalizzati.
Inevitabile quindi che il confronto si sia concentrato sul processo di allargamento dell'Unione europea ai Balcani occidentali, anche in ottica migrazioni. Golob ha ribadito il fermo sostegno di Lubiana allo status di candidato all'adesione all'Unione europea di Sarajevo, e allo stesso tempo ha spinto per una immediata liberalizzazione dei visti per i cittadini del Kosovo. Michel ha frenato l'entusiasmo, anche se ha detto che una decisione potrebbe essere presa a livello ministeriale nell'incontro del 13 dicembre più che al Consiglio europeo due giorni dopo, dove pure è condivisa la convinzione che i flussi lungo la rotta balcanica e l'allargamento Ue ai paesi della regione siano argomenti correlati. Sull'Ucraina infine Golob e Michel hanno cercato di costruire spazi di manovra su come garantire le condizioni politiche appropriate per la prosecuzione del pacchetto di aiuti finanziari a Kiev.
Valerio Fabbri