Il presidente sloveno Borut Pahor ha avuto un incontro con il presidente austriaco Alexander Van der Bellen, durante il quale hanno discusso delle relazioni esistenti tra i due Paesi e della realizzazione dei diritti della minoranza slovena in Austria. “È giusto aspettarsi che gli obblighi derivanti dai trattati internazionali e dagli accordi bilaterali siano pienamente rispettati” ha sottolineato Pahor aggiungendo che “i diritti della minoranza sono disciplinati dal Trattato di Stato austriaco del 1955 e l’Austria è legalmente obbligata a rispettarli”.
Van der Bellen a riguardo ha ammesso che il trattamento della minoranza slovena nel Paese è “tutt’altro che esemplare” e che “ci sono voluti decenni prima che la situazione si stabilizzasse un po’”. Nonostante ciò, è convinto che le minoranze meritino tutto l’incoraggiamento e il sostegno possibile, in quanto rappresentano un interesse pubblico molto importante. Ha aggiunto anche che “l’Austria si sta battendo per il riconoscimento ufficiale della comunità di lingua tedesca in Slovenia” e che “sarebbe gratificante se si trovasse allo stesso livello di quella italiana e ungherese”.
Il presidente sloveno durante il colloquio è stato critico anche nei confronti dell’Unione Europea, affermando che “nel processo di allargamento non vede i Balcani occidentali nel loro insieme, ma solo come singoli paesi.” A riguardo Van der Bellen ha affermato che “la prospettiva europea per tutti e sei i Paesi dei Balcani occidentali oggi è più importante che mai”.
In questa occasione i due presidenti si sono conferiti reciprocamente le più alte onorificenze nazionali dei rispettivi Paesi: l’Ordine al merito straordinario sloveno e la Grande Stella dell’ordine al merito dell’Austria, per il loro contributo nell’approfondimento delle relazioni bilaterali e al rafforzamento dei legami tra i due Paesi europei.
B.Ž.