La coalizione dell'arco costituzionale, di centrosinistra, formata da Lista Marjan Šarec, Socialdemocratici, Desus, Partito Alenka Bratušek e Sinistra ha inoltrato la mozione di sfiducia costruttiva al governo Janša. Il Parlamento ne discuterà in seduta straordinaria mercoledì. Il potenziale mandatario per la formazione di un governo alternativo a quello attuale, Karl Erjavec, non avrebbe ancora assicurati i 46 voti necessari per sfiduciare Janša, avrebbe però garantiti al momento 42 firme, ma il sostegno effettivo al progetto portato avanti dal Kul emergerà solamente dalla votazione a scrutinio segreto. “Non è nostra intenzione far cadere il governo, ma fermare la distruzione del paese in atto” ha detto Erjavec motivando la decisone di sfiduciare l’attuale esecutivo “ oltre all’insuccesso dell’esecutivo alla lotta alla pandemia Erjavec ha motivato la sfiducia dicendo che bisogna” porre fine alle violazioni dei diritti in atto alle ingerenze alla libertà di stampa e nella giustizia, i nostri partner sono diventati paesi che hanno difficoltà con lo stato di diritto” ha detto Erjavec rivolgendosi ai buoni rapporti tra Janša e Orban. “Noi dell’opposizione abbiamo il compito di evidenziare gli errori commessi dal governo” ha detto Marjan Šareč dell’omonima Lista “il successo della mozione rappresenterà la vittoria del diritto”. Tanja Fajon degli Sd ha precisato che” non si tratta solo di scrutinare i voti in possesso, ma è un atto di responsabilità per proteggere le nostre istituzioni e la loro indipendenza”. Nonostante le sole 42 sottoscrizioni” abbiamo deciso di inoltrare la mozione perché è giunto il momento di chiarire le posizioni dei parlamentari, ha detto Luka Mese della Sinistra “è un test che va fatto, questa mozione rappresenta una cartina al tornasole”. “la mozione gode di 42 sottoscrizioni, una in più di quanto può contare l’attuale accordo di coalizione” ha detto invece Alenka Bratušek del Sab. Ma a tenere banco sono state anche le dinamiche interne al partito dei pensionati, il deputato del desus Branko Simonovič non ha aderito con la propria sottoscrizione del documento. "Non posso firmare questo documento" ha detto lo stesso Simonovič, in quanto contiene anche critiche all'operato del Desus nell'affrontare l'epidemia di coronavirus. Gli altri tre deputati del Desus hanno firmato la mozione, come confermato dal capogruppo parlamentare, Franc Jurša, il quale ha però annunciato che il gruppo parlamentare del Desus sarà indipendente e non farà parte della coalizione Kul. Il Parlamento ne discuterà della mozione in seduta straordinaria mercoledì. Il potenziale mandatario per la formazione di un governo alternativo a quello attuale, Karl Erjavec, non avrebbe ancora assicurati i 46 voti necessari per sfiduciare Janša, ma il sostegno effettivo al progetto portato avanti dal Kul emergerà solamente dalla votazione a scrutinio segreto prevista la prossima settimana. Per quanto riguarda invece un possibile fallimento della mozione di sfiducia, Erjavec ha affermato “che penserà se restare o meno in politica”. Intervenuto anche il Presidente della Repubblica, Borut Pahor dicendo che “ogni mozione di sfiducia aumenta l’incertezza politica nel paese” e che “se i parlamentari hanno deciso di ricorrere a questo istituto, ritengo che sia giusto così”.
Dionizij Botter