Gordan Jandroković
Gordan Jandroković

Una visita che va a consolidare le ottime relazioni che intercorrono tra i due paesi. Un’atmosfera lontana anni luce dal clima di diffidenza e animosità registrato fino a qualche tempo fa, e acuita -ricordiamo - dal veto all’avvicinamento croato all’UE che la Slovenia ritirò una volta garantita la volontà di superamento delle controversie inerenti al confine marino. Sappiamo poi com’è andata con l’arbitrato, ma al di là del fallimento, va detto che i due stati hanno saputo confrontarsi, dialogare e appianare almeno le questioni risolvibili, tanto che, oggi, quella ancora sospesa del confine nel Golfo di Pirano è recepita più come un impiccio che un problema d’interesse nazionale.

Un problema che va risolto comunque, se ne avvedono i politici dell’una e dell’altra parte della frontiera, ma senza tanta enfasi e impeto nazional-patriottico.

La necessità d’implementazione dell’arbitrato, che Zagabria non riconosce, è stata toccata pure negli ultimi incontri tra i vertici dei due paesi. In quello dello scorso febbraio i capi di stato sloveno Nataša Pirc Musar e croato Zoran Milanović avevano invitato i rispettivi governi a riprendere in mano la questione.

“Una questione mai abbandonata, si continua a lavorare alla ricerca di una soluzione favorevole, accettabile a entrambi i paesi“, aveva assicurato a giugno il premier Andrej Plenković, alla guida dell’esecutivo croato dal 2016 e in occasione della visita a Zagabria dell’omologo sloveno Robert Golob.

Quest’ultimo invece aveva rilevato che l’arbitrato va attuato ma che nel contempo “va ritirato dalla politica quotidiana in quanto rischia di avvelenare i rapporti bilaterali”. Da ricordare infine che nel frattempo i due paesi sono riusciti a superare tante altre difficoltà. Non ultimo - assieme all’Italia - c’è stato l’accordo sulle Zone marittime esclusive che ridà slancio alla blue economy nell’Alto Adriatico a conferma della volontà di superamento degli attriti del passato.

(lpa)