Riaprire le scuole in questo momento comporterebbe un rischio, ha detto il premier Janez Janša nel corso del lungo dibattito pubblico organizzato sul tema. Il primo ministro non è propenso al rientro degli alunni e degli studenti in classe a partire dalla prossima settimana, potrebbero, a suo dire, esserci invece delle soluzioni di compromesso già adottate da vari paesi europei. Nel caso degli asili, che al momento lavorano a regime ridotto, Janša propone un approccio selettivo, una riapertura totale solo nelle regioni con un miglior quadro epidemiologico.
Rientrare prematuramente a scuola, ancora il premier, significherebbe dover richiudure tutto tra due settimane, e andare avanti con la didattica a distanza fino ad aprile maggio e portare il sistema sanitario al collasso. Gli ospedali sono già al limite e come sottolineato dal direttore dell'Istituto nazionale di salute pubblica Milan Krek e dall'infettivologa Bojana Beovic a capo del comitato tecnico scientifico per il covid 19 la situazione è destinata a peggiorare, i numeri dei nuovi contagi sono molto preoccupanti anche rispetto alla media europea e pertanto non ci sono le condizioni per riaprire le scuole. I rappresentanti delle associazione dei presidi e degli insegnanti si sono lamentati della precarietà delle informazioni e della necessità di dover attendere la giornata del giovedì per conoscere i nuovi provvedimenti a riguardo. Capisco le difficoltà, ha risposto Janša, cercheremo di vernirvi incontro ricordando che è stata la Corte Costituzionale ad imporre al Governo di rivedere e valutare i provvedimenti per contrastare la diffusione del covid settimanalmente.
La responsabilità della riapertura della scuola è sulle spalle del Governo, ha sottolienato Janša su indicazione degli esperti, per certo, ha sottolineato il premier, non si tornerà a scuola il prossimo lunedì al massimo inizieranno i test rapidi per i dipendenti e insegnanti. La ministra dell'istruzione Simona Kustec ha ribadito che la priorità è rientrare a scuola quanto prima, a partire dal primo triennio, ma in piena sicurezza e in maniera duratura come concordato anche dai rappresentanti dei presidi e degli insegnanti di tutta la verticale scolastica. (ld)