Dopo lo scoppio della pandemia la reazione dell'Ue non è stata molto convincente. L'accordo di ieri sul sostegno ai paesi colpiti fa tornare la fiducia nell'Europa. Questo il concetto espresso dal premier sloveno Janez Janša che si dice molto soddisfatto dell'aiuto ottenuto dalla Slovenia per il periodo 2021-2027: 10,5 miliardi di euro di cui 6,6 a fondo perduto. Nei prossimi sette anni 2,9 miliardi di euro arriveranno nell'ambito della politica di coesione e 1,6 miliardi per la comune politica agricola. Tirando le somme il Paese risulta fruitore netto. Janša sottolinea il fatto che nel finale delle trattative la Slovenia sia riuscita ad ottenere 350 milioni di euro aggiuntivi per la Slovenia occidentale, regione più sviluppata del Paese che ha però visto diminuire sensibimente i propri fondi di coesione. Rispetto al periodo 2014-2020 questa parte del Paese vedrà crescere nei prossimi sette anni i fondi di coesione del 13 per cento. "Adesso arriva la parte più difficile" commenta ancora il premier sloveno "in quanto occorre predisporre quanto prima un piano nazionale di risanamento".
Infine Janša è tornato sul dibattito nel quale Ungheria e Polonia sono state chiamate in causa relativamente al rispetto dello stato di diritto collegato all'erogazione dei fondi europei. "Due pesi e due misure non sono accettabili" ha detto, per cui "bene" secondo il premier sloveno l'accordo di compromesso raggiunto che non vincola i finanziamenti Ue ai criteri dello stato di diritto in ogni singolo paese. (a.c.)
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