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Foto: MMC RTV SLO/freedigitalphotos.net

Non aveva alcuna autorizzazione; era un asilo che operava nell'illegalità e non era nemmeno registrato. Lo dice il ministero dell'istruzione, l'educazione e lo sport, dopo che è venuta alla luce la vicenda dei maltrattamenti di bambini di età tra gli 11 mesi e i quattro anni in un asilo privato di Lubiana. La struttura è stata chiusa, oscurato il suo sito web e il profilo Facebook. Il caso è ora nelle mani della criminalpol e viene seguito dall'ispettorato del ministero. A compiere violenze nei confronti dei piccoli era la titolare del giardino d'infanzia che è stata ripresa con un telefonino da una educatrice, che ha poi consegnato il materiale video alla polizia e a TV Slovenia. Immagini scioccanti, con i piccoli alimentati a forza, con le mani legate o avvolti completamente nelle lenzuola, si sospetta perchè non si sentisse il loro pianto. L'ispettorato dice di non aver mai affrontato un caso di tale gravità. Negli ultimi tre anni sono state inoltrate 20 proposte per il ritiro dell'autorizzazione a strutture private, nella maggior parte per personale o spazi non adeguati, mai però per denunce di maltrattamenti o trascuratezza. La titolare dell'asilo ora chiuso, non aveva nemmeno un'adeguata formazione professionale come educatrice e non aveva registrato alcuna attività in proprio. Respinge le accuse di maltrattamenti e si dice colpita da quanto successo. Nel frattempo però è arrivata un'altra diretta testimonianza contro di lei. La vicenda, come detto, è ora nelle mani della polizia, che comunque non ha ancora operato fermi. Il sindaco di Lubiana, Janković, dice che negli asili pubblici della capitale, /ospitano oltre il 90 percento dei bambini in età prescolare/, fatti del genere non possono succedere e ha invitato i genitori che iscrivono i loro piccoli a strutture private a controllare accuratamente le loro referenze.