La proposta di legge sull'attuazione dei diritti culturali delle minoranze delle ex Repubbliche jugoslave inoltrata da Matej Tašner Vatovec della Sinistra e Sandra Gazinovski del Movimento Libertà ha inevitabilmente messo in luce tutte le differenze politiche sull’argomento tra i due blocchi, quello dei partner della coalizione di centro sinistra e il centro destra composto dal Partito Democratico e Nuova Slovenia. La normativa prevede in pratica il finanziamento ovvero il cofinanziamento dei progetti culturali attraverso dei bandi pubblici che verrà attuato direttamente dal Ministero della cultura. Tašner Vatovec ha spiegato che la normativa andrà a formalizzare due aspetti già esistenti, ovvero il passaggio dei fondi pubblici dal fondo per la cultura al Ministero e l’istituzione di un organo consultivo permanente del governo. “Questo è un piccolo passo avanti, un piccolo passo simbolico verso gli impegni che la Slovenia ha detto che garantirà a tutte le persone residenti in Slovenia già ai tempi dell’indipendenza” ha spiegato il deputato della Sinistra. Secondo Alenka Jeraj del Partito Democratico la legge non serve a nulla siccome “i membri di queste comunità nazionali stanno già percependo fondi finanziari per l’attuazione di programmi culturali stanziati dal Fondo pubblico per le attività culturali”.La stessa coalizione ha poi rimosso la soluzione che prevedeva la possibilità dell’insegnamento della lingua materna e cultura delle ex Repubbliche jugoslave nelle scuole elementari e medie superiori. L’NSI, che ha già annunciato l’intenzione di indire un referendum consultivo, osteggia il disegno, secondo Aleksander Reberšek “il governo del premier Golob sta rovinando quanto costruito dai nostri antenati, la nostra lingua e paese con il mero obiettivo di guadagnare punti politici” ha detto. Meira Hot degli Sd è intervenuta dicendosi scioccata dalla retorica xenofoba utilizzata dai parlamentari e dal nazionalismo che è emerso. La Hot ha invitato a riflettere sul fatto che i cittadini sono di nazionalità diverse “anche gli appartenenti delle minoranze autoctone hanno delle difficoltà con la lingua slovena, sono informazioni che mi vengono fornite dai docenti di sloveno che insegnano nelle scuole italiane del Litorale; il livello inevitabilmente tende a calare, ma comunque non possiamo affermare che il livello dello sloveno andrà a calare perché verranno introdotte delle ore aggiuntive d’insegnamento nella lingua materna dell’alunno” ha detto la parlamentare degli SD respingendo categoricamente che questa operazione è volta ad acquistare punti politici, ha definito come umilianti tali insinuazioni.
Dionizij Botter