La corte costituzionale ha stabilito che il criterio GV guariti o vaccinati per parte dei dipendenti del settore pubblico è incostituzionale. Il decreto governativo sarebbe dovuto entrare in vigore lo scorso primo ottobre e valere per ministeri, ispettorati, polizia, esercito e unità amministrative, ma dopo una serie di ricorsi e richieste di verifiche costituzionali, tra cui quella inoltrata dal sindacato della Polizia sulla quale ha sentenziato il tribunale, i giudici ne avevano deciso il congelamento. Per la Corte costituzionale il decreto non è conforme alla carta fondamentale e il Gren pass rafforzato, escluso quindi il terzo requisito quello di essere testato, equivale all'introdizione dell'obbligo vaccinale che però potrebbero venir applicati solo in base ad una modifica della legge sulle malattie infettive. L'esecutivo accogliendo il decreto non ha quindi rispettato le richieste o meglio le condizioni previste per svolgere un determinato lavoro contemplate dalla normativa e pertanto ha reputato il decreto non conforme alla costituzione.
Nella motivazione della sentenza la Corte cita il modello austriaco dove a differenza della Slovenia è stato possibile applicare il criterio GV perchè il legislatore ha varato una specifica base giuridica. In Austria il Green Pass rafforzato ha limitato la vita pubblica, in Slovenia, attraverso una decisione dell'esecutivo, avrebbe riguardato solo l'accesso al posto di lavoro per una determinata categoria, quella dei dipendenti statali.
Rispetto la decisione della Corte, ha commentato il ministro della pubblica amministrazione Boštjan Koritnik, che ha sentenziato sulla validità del decreto non sulla sua eventuale efficacia. Questo non significa che la misura non sarebbe stata utile, al contrario ha aggiunto, vista l'attuale situazione epidemiologica dovremo metterci tutti assieme per trovare soluzioni comuni per frenare la diffusione del covid, e questo molto in fretta, ha concluso Koritnik. (ld)