Considerando le motivazioni di carattere tecnico il governo dovrà verificare settimanalmente l'opportunità di prorogare o meno le misure adottate per limitare la diffusione del Covid19, lo ha reso noto la Corte costituzionale. Le misure adottate dal governo il 29 di marzo per limitare la diffusione del Virus hanno fatto storcere il naso a molte persone, soprattutto la parte del decreto governativo che limitava la libera circolazione solamente all’interno del Comune di residenza. Questa misura, ritenuta da molti come eccessiva e anticostituzionale è finita al vaglio della Corte. L’esecutivo ha definito come ingiustificata la richiesta di abbandonare tale limitazione chiedendo alla Corte di respingerla. I giudici hanno comunque deciso di esaminare la regolarità del decreto decidendo di congelarla temporaneamente obbligando però il governo, fino ala decisone definitiva, a ponderare l’entità delle misure che verranno adottate dal decreto in questione. Con il parziale congelamento del decreto nella parte che non interferisce con le restanti misure previste dal decreto stesso è possibile in parte evitare la lesione dei diritti costituzionali e d’altra parte evitare di compromettere lo stato di salute dei cittadini, spiega la Corte costituzionale. Le misure, sempre così la Corte, che interferiscono con i diritti umani sono di natura prolungata nel tempo e non sempre efficaci nella lotta al Covid19. Lo stesso effetto si può ottenere, sempre così i giudici, attraverso un controllo periodico delle misure da attuare. Queste devono essere proporzionate alla situazione legate alla pandemia. I giudici non sono stati unanimi sui quattro punti della delibera presentata. Tuttora è ignoto il proponente del vaglio di costituzionalità, in quanto la proposta è stata inviata al Ministero degli Interni in forma anonima.
Dionizij Botter