Luce verde della commissione parlamentare per gli affari costituzionali, all'avvio della procedura per includere nella carta fondamentale dello stato il diritto all'utilizzo della lingua dei segni slovena. La relativa proposta era partita ad aprile dal governo. Entro il 12 luglio i gruppi parlamentari dovranno evidenziare i propri candidati chiamati a comporre la commissione di esperti. Sarà questo organismo a formulare la proposta sull'avvio o meno dell'iter per le modifiche costituzionali. Al governo viene chiesto di comunicare entro la stessa data quali conseguenze materiali e di altro genere potrebbero derivare dai cambiamenti. Inoltre, l'esecutivo dovrà esprimersi sull'iniziativa dei deputati ai seggi specifici per le comunità nazionali italiana e ungherese di integrare la proposta in maniera adeguata, inserendo nella Costituzione anche le lingue dei segni italiana e ungherese. Proposta formulata tenendo conto del fatto che la costituzione della Slovenia garantisce alle due comunità l'utilizzo della loro lingua nelle aree nazionalmente miste.
Ricorderemo che il governo Šarec aveva lanciato la proposta su suggerimento dell'associazione nazionale dei non udenti, come spiegato nel dibattito alla commissione parlamentare dal ministro per il lavoro, la faniglia, gli affari sociali e le pari opportunità, Ksenija Klampfer. Dibattito dal quale è emerso il sostegno all'inclusione della lingua dei segni nella Costituzione, con l'avvertimento che il tutto deve poi trasferirsi nella prassi, non rimanere soltanto sulla carta. In Slovenia vivono circa mille persone non udenti, che utilizzano la lingua dei segni; 75 mila invece quelle che utilizzano apparecchi acustici.
Delio Dessardo