In vigore con questo lunedì in Slovenia, lo rimarranno per due settimane, le nuove misure restrittive decise giovedì dall'esecutivo Janša in aggiunta a quelle di ottobre, per arginare la pandemia di coronavirus. Una stretta necessaria, in quanto la pressione sulle strutture ospedaliere resta eccessiva. La didattica resta a distanza a tutti i livelli, gli asili operano a regime ridotto e garantiscono la sorveglianza solo in caso di urgente necessità. Fermo il trasporto pubblico, continua ad operare il servizio taxi, sono inoltre autorizzati i trasporti di personale organizzati dalle aziende, a bordo al massimo sei persone. Restano aperti servizi giudicati essenziali come gommisti, autofficine e controlli tecnici per motoveicoli. Le unità amministrative restano aperte solo per gestire l'attività più urgente, lo stesso vale per i tribunali. Operativi, con le dovute limitazioni, banche, uffici postali, farmacie, filiali di case assicuratrici. Aperte anche le biblioteche. Stop a tutti gli esercizi commerciali non strettamente necessari. Aperti i negozi con generi di prima necessità, un cliente per 30 metri quadrati nelle rivendite più grandi, un solo cliente se lo spazio complessivo è inferiore. Nei mercati all'aperto una persona per ogni dieci metri quadrati. Restano naturalmente chiusi, lo erano già prima dell'irrigidimento delle misure, locali pubblici come bar e ristoranti. Sempre in vigore il coprifuoco dalle 21 alle 6, il divieto di spostamento tra i comuni, con le eccezioni che valevano finora. Già da venerdì, lo ricordiamo, è vietato ogni assembramento, ad eccezione dei componenti di una stessa famiglia o di persone conviventi. Cambia anche il regime al confine: tra l'altro, non potranno più recarsi oltrefrontiera nemmeno quanti sono proprietari di immobili o beni. Non si ferma l'industria. Qui è stato necessario trovare un compromesso: il Ministro della Salute, Tomaž Gantar, era per una chiusura totale, come a primavera, il Ministro delle attività produttive, Zdravko Počivalšek, ha fatto presente che la crisi è sia sanitaria che economica e ha sollecitato un equilibrio tra chiusure e sopravvivenza delle aziende, messe già a dura prova dal precedente lockdown; una nuova stretta totale avrebbe messo a serio rischio molti posti di lavoro e la sopravvivenza delle aziende stesse.
Delio Dessardo