Lubiana ha deciso di dare luce verde al rinnovamento dell'equipaggiamento militare, un primo passo che ha come obiettivo l'allineamento con gli standard e le richieste concordate fra i paesi NATO. Secondo quanto emerso dalla riunione del comitato governativo per la regolamentazione statale e per gli affari pubblici, i fondi stanziati sono destinati a progetti per l'acquisto di velivoli senza pilota, per la sistemazione degli hangar per i mezzi tattici 4x4, per l'ammodernamento della nave multifunzionale Triglav, degli elicotteri Cougar e dell'aereo Falcon di ultima generazione, entrambi di produzione francese.
L'anno scorso, la Slovenia ha stanziato 734 milioni di euro per la difesa, pari all'1,26% del PIL, un aumento di circa 90 milioni rispetto al 2021 che però è corrisposto a solo due millesimi di aumento del rapporto spesa militare e PIL, pari all'1,24%. E proprio come l'anno scorso solo Belgio, Spagna e Lussemburgo hanno destinato alla difesa una quota minore del PIL rispetto alla Slovenia fra i 30 membri dell'alleanza nord-atlantica.
Nei suddetti progetti del programma di sviluppo 2023-2026, come detto, è previsto anche l'ammodernamento della nave polivalente Triglav, che deve essere dotata di attrezzature e dispositivi più moderni che soddisfino gli standard della NATO. Per questo la spesa è stata più che raddoppiata dagli 8.7 milioni inizialmente previsti fino a 21.4 milioni. Ma la voce che pesa di più sul bilancio complessivo rimane quella degli stipendi dei militari e degli altri impiegati nel sistema della difesa, che supera il 53%, mentre meno di un quarto è destinato a operazioni ed esercitazioni congiunte, con una percentuale residuale che viene impiegata nel mantenimento e nel rinnovamento delle infrastrutture.
Valerio Fabbri