Un incontro con il presidente della Corte Costituzionale, Matej Accetto, per sondare il terreno in merito alla revisione in corso dell'emendamento alla legge sull'ente radio-televisivo pubblico, dopo il referendum di novembre. Una serie di riunioni con i parlamentari delle commissioni giustizia, affari europei e cultura, e con i ministri responsabili dei dicasteri competenti. E un dibattito pubblico sul ruolo della disinformazione e della libertà dei media in un periodo di guerra, combattuta sul campo così come con la propaganda. Sono questi i tre filoni principali della visita della commissaria Jourova, responsabile per conto di Bruxelles di supervisionare e coordinare le politiche europee sui valori e sulla trasparenza dei paesi dell'Unione.
E se le dichiarazioni pubbliche dopo i vari incontri istituzionali sono state misurate e prudenti, nel dibattito andato in scena negli spazi della Casa dell'Unione europea a Lubiana Jourova si è confrontata con la presidente della Repubblica, Nataša Pirc Musar, e l'Ambasciatore ucraino in Slovenia, Andrii Turan, sul tema della disinformazione, dell'importanza dei media e sul ruolo che essi giocano nel conflitto armato e, più in generale, nella guerra ibrida che è in corso da diversi anni, tanto con la Russia quanto con quei paesi che non condividono i valori europei e occidentali. Pirc Musar si è soffermata soprattutto sulle criticità che vive la Slovenia sia a livello nazionale che sul piano regionale, con un'influenza dei e dai Balcani, Serbia in particolare, che la presidente ha voluto mettere in evidenza come terreno fertile per la propaganda russa. Posizione condivisa dall'Ambasciatore Turan, che non ha mancato di sottolineare l'importanza di un dibattito aperto e sollecitato dai media per creare gli anticorpi di ogni democrazia.
Valerio Fabbri