Il nuovo articolo della legge sugli stranieri "abusa della condizione di conoscenza della lingua slovena per separare le famiglie". E' questo l'allarme avanzato dalle organizzazioni non governative che si sono riunite davanti alla sede del parlamento per chiedere ai deputati di non approvare un articolo che riprende in modo restrittivo una legge adottata dal governo di Janez Janša "con l'ovvio scopo di promuovere la xenofobia e di espellere gli stranieri". Questo articolo dovrebbe entrare in vigore il 27 aprile di quest'anno, complici anche le titubanze del ministero dell'Interno, hce ha dapprima redatto un emendamento per eliminare questa condizione prima di ritirare la modifica.
Quello che sorprende Ambasada Rog, una delle ong che si è fatta promotrici di questa battaglia, è che ora il governo a trazione progressista guidato da Robert Golob si muova sugli stessi binari, condendo il tutto con un pizzico di propaganda. Secondo il responsabile di Ambasada Rog, Miha Blažič, il ministero dell'Interno dice il falso quando sostiene che l'articolo in questione favorirà gli stranieri, facilitandone l'integrazione. Al contrario, secondo lui questo è un modo per impedire alle persone di guadagnarsi una vita dignitosa in Slovenia, creare una vita familiare e integrarsi nella società, con l'inevitabile epilogo, è l'opinione di Blažič, di venire sostituite da un'altra forza lavoro più economica.
Anche Metka Naglič della filiale slovena di Amnesty International ha espresso tutte le sue perplessità su una misura che ritiene molto impegnativa e restrittiva, oltre che del tutto inutile. Naglič ha sottolineato inoltre che la legge riguarda i gruppi di persone più vulnerabili, in particolare donne e bambini.
Valerio Fabbri