Il messaggio di rimanere a casa il più possibile sembrerebbe sostanzialmente recepito dai lubianesi. Sin da alcune settimane, in molti hanno iniziato a calmierare le uscite, con le strade del centro che si sono progressivamente svuotate. Sin da prima dei decreti, anche i corridoi degli ambulatori pubblici si presentavano meno affollati del solito: in tanti rinunciavano alle prestazioni nonostante le attese, talvolta senza nemmeno avvertire i medici.
Un ruolo determinante è giocato sia dall'assenza di turisti, in particolare le scolaresche italiane che in questo periodo vivacizzano l'atmosfera, che dai provvedimenti governativi volti a limitare la vita culturale, sociale e sportiva. In molti tengono le distanze, pressoché ovunque ci sono distributori di disinfettante e indicazioni su come fronteggiare il coronavirus.
Tuttavia il centro, le zone verdi, le piste pedonali e ciclabili non sono deserti. Il bikesharing risulta ancora attivo. Sebbene non ci siano assembramenti consistenti, non sono poche le persone che non rinunciano a fare una passeggiata, una corsetta o un giro in bici (alcuni addirittura in canoa o sup). Si tratta di persone di tutte le età, inclusi coppiette, famigliole, "seniors" e studenti Erasmus rimasti in città. C'è anche chi si gusta una birra sulle panchine in riva al fiume.
I provvedimenti presi basteranno? Si è perso tempo? Se lo chiedono in molti, specie i non pochi italiani che vivono a Lubiana, particolarmente attenti a seguire le notizie che si rincorrono in questo periodo.
Antonio Saccone