La tranquilla vita nel rione di Marciana, attorno alla chiesa di San Rocco. Un periodo segnato dal ritmo delle festività religiose e dal rapporto intenso con preti e suore. I piranesi, che salutarono con un sospiro di sollievo la caduta di Mussolini, quasi non si accorsero dell’arrivo del Potere popolare. Poi le cose cominciarono a cambiare: nuovi insegnanti, nuovi programmi, le prime persecuzioni dei sacerdoti, le loro espulsioni e l’interruzione della processione del 1952 in Piazza Tartini con musica rivoluzionaria diffusa ad alto volume dagli altoparlanti e con il lancio di uova ed altri oggetti all’indirizzo del prete che officiava la cerimonia. Si parla anche dell’incarcerazione del padre, di sentimenti socialisti e forse comunisti, delle pressioni al momento del voto, di quelle per far mettere sulle case le bandiere con la stella rossa, di matrimoni ed i battesimi a tarda notte alla presenza solo degli sposi o dei genitori e del bimbo. Pirano aveva cambiato il suo volto. Gli italiani che poco o nulla sapevano del mondo sloveno del circondario, pian piano se ne andarono. Le case cominciarono a svuotarsi, nel rione di Ravalico cominciò ad arrivare altra gente. Alla fine, se ne andò anche la sua famiglia, costretta a vagare per anni tra sistemazioni di fortuna, prima di potersi ricostruire una vita lontano da casa.
Oggi Ravalico torna con una certa frequenza a Pirano, ha ricostruito il suo rapporto con la cittadina ed è riappacificato con i nuovi arrivati e anche con gli italiani che sono rimasti, a cui riconosce il ruolo di aver salvato quel poco che resta della cultura italiana. Il suo è il racconto di una identità cancellata di un territorio, di cui l’opinione pubblica slovena non sa praticamente nulla. Una cappa che negli ultimi tempi comincia ad essere squarciata, come accaduto con l’illuminante studio “Il silenzio della memoria” di Katja Hrobat Virloget. La trasmissione di Možina, che spesso è contestata per i suoi contenuti poco generosi nei confronti della rivoluzione e dei comunisti, ora mette un altro importante tassello per far scoprire ad un territorio rimasto senza una precisa identità il suo passato. Per farlo bisogna essere disposti ad ascoltare Ravalico senza pregiudizi, esattamente con lo stesso spirito con cui lui ha parlato per due ore alla televisione slovena.
Stefano Lusa