Raccolti sotto l’egida dell’iniziativa civica La voce dei pensionati sloveni, guidata dall’ex deputato del Partito democratico sloveno (SDS) Pavel Rupar, i pensionati che si sono ritrovate di fronte alla sede della Camera di Stato hanno mandato un messaggio forte e chiaro alla maggioranza di governo: non siamo un problema sociale, ma persone comuni, cittadini sloveni in pensione che vivono con difficoltà il rincaro generalizzato del costo della vita, a causa di un’inflazione che supera il 10%, e per questo chiediamo un aiuto concreto all’esecutivo per affrontare e superare questo periodo.
Rupar ha aperto il comizio dettando il perimetro degli interventi che sono succeduti. Appello allo spirito nazionale sloveno subito dopo l’inno, critiche al premier Golob, al ministro del Lavoro, Luka Mesec, entrambi invitati a un confronto in piazza, e ai cosidetti “golobisti”, ampia categoria che va dalla dirigenza dell’Istituto per l’assicurazione pensionistica alle organizzazioni non governative ai giornalisti, in particolare quelli della televisione pubblica, colpevoli secondo loro di ignorare i pensionati e denigrarne le richieste di aiuto. E se la richiesta di un aumento del 20% delle pensioni sotto i 1000 euro è stata bollata come populistica e irrealistica da più parti, le forze politiche della maggioranza ritengono la manifestazione in corso un tentativo malcelato dell’opposizione, e in particolare dell’SDS, di soffiare sul malcontento dei pensionati.
Rupar ha concluso dando appuntamento per la fine del mese per una nuova manifestazione, prima di scioglierla sulle note della canzone popolare Planica, riferimento implicito al flop di partecipazione del pubblico al campionato del mondo di sci nordico ora in corso sulle Alpi Giulie.
Valerio Fabbri