Troppo poco peso avrebbero secondo Mario Fafangel gli epidemiologi nel guidare l’azione del governo durante la pandemia. Il capo del Centro per le malattie infettive dell’Istituto di Sanità Nazionale ha, quindi, deciso di uscire dal gruppo di esperti del governo.
Si tratta della seconda volta che l'esperto si dimette, visto che aveva già lasciato la commissione consultiva precedente, voluta da Tomaž Gantar, a causa di posizioni divergenti rispetto ai suoi colleghi.
Nonostante ciò aveva deciso di rientrare dopo che era stata rivista la formazione anti-Covid, che però nella sua lettera ha definito anche "peggio" della prima. A quanto pare nuovamente l’epidemiologo si sarebbe trovato in minoranza con decisioni che secondo lui stanno svilendo il ruolo dell’Istituto di Sanità Nazionale, il cui lavoro ormai non è più tenuto in considerazione con scelte e protocolli che contraddicono le indicazioni fornite da questa istituzione.
Fafangel ha ricordato la sua opposizione alle chiusure fatte dal 16 marzo, con misure, secondo lui, incomprensibili e con troppe eccezioni, la cui incoerenza ha distrutto la fiducia dei cittadini nei confronti dello stato.
In questi mesi, aggiunge l'esperto, il servizio epidemiologico avrebbe proposto, inascoltato, un approccio diverso, con vaccinazioni di massa e con la sospensione di tutta una serie di misure che interferirebbero con il rispetto dei diritti civili dei cittadini, come i divieti di spostamento e il coprifuoco. Un approccio basato su una governance trasparente e sulla fiducia sarebbe, invece, per lui la chiave di una gestione più efficace della pandemia.
”Non voglio giocare a fare Dio”, ha concluso Fafangel rimettendo le sue dimissioni nelle mani del ministro della Sanità Janez Poklukar.
Barbara Costamagna