Il congresso odierno servirà a certificare che Matej Tonin è il leader indiscusso di un partito con una chiara identità conservatrice e radici profonde. Alla chiusura dei termini per l'invio delle candidature lunedì scorso, infatti, era lui l'unico candidato, che riceverà quindi un altro mandato per acclamazione dai membri del partito riuniti in congresso a Škofja Loka, una delle roccaforti di Nuova Slovenia. La partita si giocherà sulle elezioni del direttivo e degli altri organi del partito, che con ogni probabilità saranno allineati sulle posizioni del leader. In gioco ci sono anche le cariche nel comitato esecutivo che gli attuali deputati hanno scelto di lasciare. Una decisione che, ha spiegato Tonin, serve per dare spazio a idee e forze fresche. Ma che, allo stesso tempo, è un modo per il più classico dei divide et impera, per mantenere quindi saldo il consenso. Nell'elezione precedente, infatti, Tonin aveva ottenuto il sostegno di 282 dei 292 delegati, una maggioranza che esclude colpi di scena. In termini programmatici si parlerà di una nuova visione economica, l'ultima fu presentata 10 anni fa, e di proposte per migliorare la situazione sociale della popolazione. Ma la vera partita si giocherà sul posizionamento politico, soprattutto alla luce della rottura di Anže Logar, ex collega di governo, con il Partito democratico, abbandonato per crearne uno nuovo. E' prevista anche la partecipazione di due eurodeputati cattolici, l'ungherese Tizsa Péter Magyar e il tedesco Sven Simon.
Valerio Fabbri