La mozione è ripresa con gli appunti mossi dal promotore, Violeta Tomić della Sinistra-Levica, la quale ha accusato il Ministro di “violare le normative ed esercitare pressioni sui media e sul comparto culturale”. Simoniti ha risposto alla Tomić respingendo le accuse mosse, aggiungendo che assolutamente non odia la cultura e lavora per il bene della cultura slovena. Dopo circa un’ora e mezza di botta e risposta più o meno acceso con il deputato LMŠ, Aljaž Kovačič, ha poi deciso di abbandonare l’aula. Le complessive 130 pagine della mozione di sfiducia fanno riferimento all'inefficacia del ministero nel contenere gli effetti negativi della pandemia nel comparto cultura, soprattutto per quanto riguarda le organizzazioni non governative ed i lavoratori autonomi quali liberi artisti. Le accuse riguardano anche gli attacchi non giustificati all'autonomia giornalistica e in particolare al ruolo dei servizi d'informazione pubblica, alla Radiotelevisione Slovenia e all'agenzia di stampa STA. Per aver successo la mozione necessita di 46 voti, che per il momento i proponenti non sembrano avere, restano però le incognite rappresentate dal Desus e dal Partito del Centro Moderno, SMC entrati in collisione con il premier Janša, alcun deputati del Smc e Desus starebbero pure ventilando l'idea di formare un nuovo gruppo parlamentare, Juri Lep del Desus ha confermato che sono in corso contati con il capogruppo dell’SMC, Janja Sluga e con il suo collega di partito e Presidente della Camera, Igor Zorčič per la formazione di un gruppo parlamentare indipendente. Ieri la seduta è stata interrotta a causa di un pesante diverbio che ha coinvolto i parlamentari dell’opposizione e Jože Tanko del Partito Democratico, mentre all’esterno dell’edifico si sono date appuntamento circa 80 persone per esprime disappunto nei confronti del lavoro svolto dal Ministro Simoniti.

Dionizij Botter

Foto: BoBo/Borut Živulović
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