Impossibile abbinare il referendum sul secondo binario alle Parlamentari anticipate. Lo ha comunicato l'ufficio del presidente della Repubblica, in risposta al promotore della consultazione referendaria, Vili Kovačič, che chiedeva di tenerla assieme alle politiche, in programma a fine maggio o inizio giugno. Il capo dello stato, cosi la nota, deve rispettare le norme costituzionali in materia, la legge sulle elezioni parlamentari e il regolamento della Camera di Stato, che definiscono chiaramente i termini delle elezioni, sia a scadenza naturale della legislatura che anticipate. Dopo che il 27 marzo la Camera di Stato ha preso atto della decisione del presidente della repubblica di non proporre un mandatario per la formazione di un eventuale governo-ponte, sono cominciati a decorrere i termini entro i quali i deputati possono a loro volta proporre una mandatario, su iniziativa di un gruppo parlamentare o attraverso la raccolta di dieci firme. Anche questa ipotesi appare tramontata. Probabilmente il 14 aprile Pahor scioglierà il Parlamento e indirà le elezioni anticipate. Come date si ipotizzano il 27 maggio o il 3 giugno.
Oggi intanto la Corte Costituzionale esamina il ricorso, presentato da Vili Kovačič, sempre sulla data entro la quale indire il referendum sul secondo binario. Ricorderemo che un analogo ricorso è stato già respinto nei giorni scorsi dalla Corte Suprema, con la motivazione che non ha facoltà di giudicare in merito a costituzionalità e legittimità nella definizione della data di una consultazione referendaria.